Prende il via la “Campagna di sensibilizzazione sulla vecchiaia non autosufficiente” promossa dal Centro Studi Cure Domiciliari (CSCD), che grazie ad un pulmino itinerante sarà presente il prossimo anno nelle piazze dei Comuni italiani che aderiscono all’iniziativa. La campagna vuole avvicinare l’opinione pubblica al tema della diversabilità e della non autosufficienza ed allo stesso diffondere la conoscenza delle cure domiciliari, che favoriscono la permanenza degli anziani nel loro ambiente familiare.
“Il pulmino di Enea” prende spunto dal gesto dell’eroe epico che portò in salvo sulle spalle il padre Anchise e sarà utilizzato da gruppi di volontari, che raccoglieranno e filmeranno le testimonianze dei cittadini sui problemi della cure e dei servizi agli anziani.
Le registrazioni saranno poi lo spunto per i dibattiti che il CSCD organizzerà nei Comuni coinvolti e saranno integrate da una serie di filmati che testimoniano le diverse situazioni di assistenza ai non autosufficienti.
Le prime tappe della Campagna saranno Alessandria, Brescia e i Comuni della Provincia di Milano, che ha patrocinato l’iniziativa.
“La nostra intenzione è favorire il confronto e il dialogo su questo tema – ha dichiarato Vito Noto, geriatra del Pio Albergo Trivulzio e fondatore del CSCD -. La non autosufficienza può coinvolgere tutti in qualsiasi momento. E’ una condizione che, pertanto, obbliga ciascuno di noi a riflettere e cercare le soluzioni migliori per viverla serenamente”.
Testimonial della Campagna sarà Iva Zanicchi. “Sono originaria di un paesino di provincia, dove rinchiudere un anziano in un ospizio era considerata una grande vergogna – ha dichiarato la cantante e conduttrice televisiva -. Per quanto è possibile ritengo che le persone in età avanzata vadano curate e aiutate in famiglia, grazie alle cure domiciliari, ed è per questo motivo che ho aderito a questa iniziativa con molto entusiasmo”.
Secondo il CSCD in Italia sono circa due milioni le persone che hanno bisogno di assistenza sanitaria a lungo termine. Di queste solo una piccola parte – circa 300mila – vivono in strutture ad hoc (le cosiddette “case-riposo”), mentre le altre vivono in famiglia.
Gianbattista Guerrini, Responsabile sanitario dei Servizi per anziani del Comune di Brescia, ha poi aggiunto che “a questi nuclei familiari va garantita una serie di servizi e competenze operative per gestire al meglio i problemi posti dalla malattia e dalla dipendenza”.
(Orig. Movimento difesa del cittadino)