Iva Zanicchi: “Così canto la vita e l’affetto per Pavia” La cantante madrina del ventesimo festival si racconta

PAVIA. Iva Zanicchi sarà la madrina della XX finale del festival “Cantiamolavita”, che oggi alle 16 torna al Teatro Fraschini con gli Zero Assoluto come special guest e una presentazione affidata a Carlo Pastori, della scuola di Zelig. Promosso dal Movimento per la vita e organizzato dal Centro pavese di accoglienza alla vita (Cav), “Cantiamolavita” (biglietti da 9 a 17 euro) è ormai un appuntamento fisso che ha visto partecipanti come Ornella Vanoni, i Sonohra, la ballerina Simona Atzori, Alexia, Nek, Pupi Avati) e che quest’anno assegnerà il premio speciale “Pavia città della vita” a James Parker, coordinatore cattolico delle Paralimpiadi di Londra 2012. E se quest’anno, ad arrivare alla finale sono i giovani cantaoutori Erika Biavati, Carlo D’Andrea, Anna Puccio, Stalin Villegas, Roberto Gramolini, Donatella Opizio, Antonio Dubois, Andrea Piccirillo, Francesco Dal Poz, accompagnati dalla band diretta da Riccardo Di Paola (Andres Villani, Lucio Fasino, Liano Chiappa, Nicola Oliva, Marco Scipione), grande attenzione da parte del pubblico sarà rivolta a Iva Zanicchi, legata a Pavia da un in sincero affetto. «Cantiamolavita ha uno scopo importante – dice la cantante e presentatrice emiliana – Vale sempre la pena di partecipare e sostenere le iniziative di solidarietà per affrontare argomenti che meritano di essere discussi a vantaggio della collettività».
Cosa la lega a Pavia?
«Moltissimi bei ricordi: è una città che ho sempre frequentato, sia perché mi piace e trovo che ci sia ancora una dimensione umana, diversa da quella delle grandi città e percepibile anche sui volti delle persone, sia per il fatto che ero grande amica della famiglia Ravizza».
Ci racconta un aneddoto divertente di questa amicizia?
«Una volta mi fecero uno scherzo riuscitissimo ma che al momento mi mandò letteralmente nel panico. Era studiato come Scherzi a parte, ma la regia era tutta dei Ravizza. In breve: mi invitarono a provare la pelliccia più preziosa che avevano in collezione e poi mi spinsero ad uscire fuori, in piazza, con la scusa di provarla. Quando io uscii con questa bellissima pelliccia con il cartellino attaccato, la finanza mi accusò di averla rubata e la commessa di Annabella, complice dello scherzo, disse che lei non sapeva niente, con mio grande sconcerto».
Quando capì che avrebbe fatto la cantante?
«Negli Anni ’60 un impresario italoamericano mi sentì cantare a Castrocaro e mi propose di esibirmi alla Carnegie Hall di New York. Io accettai e tornai in Italia letteralmente innamorata del jazz, del blues e del soul. Ma tutto, in realtà era già iniziato anni prima, quando un amico musicista mi fece ascoltare per la prima volta Ella Fitzgerald e Mahalia Jackson».
Da cantante, a un certo punto, provò anche a fare la conduttrice, come accadde?
«Negli Anni ’80 partecipavo allo show Premiatissima su Canale 5, una gara canora condotta da Johnny Dorelli con Ornella Muti, dove gareggiavo con altre sette colleghe, interpretando delle cover di celebri brani del passato. Durante la registrazione di una puntata mancava una cantante e Dorelli chiese a noi altre concorrenti se avevamo qualcosa da raccontare per riempire lo spazio. Io, credendo che non sarebbe andato in onda, cominciai a raccontare divertenti aneddoti della mia infanzia a Lingonchio. Gli autori decisero di trasmettere quel pezzo e poco dopo mi offrirono la conduzione di un programma quotidiano. Era il momento della disco music, una forma in cui non riuscivo ad esprimermi, così accettai. Sono felice di averlo fatto».
Oggi che cantanti apprezza?
«I cantanti emiliani che hanno nel sangue l’amore per il blues, come Zucchero e Andrea Mingardi, e poi Mengoni che ha vinto Sanremo, Gualazzi, un grande jazzista, Alessandra Amoroso, Malika Ayane e, per tornare ai miei conterranei, Cesare Cremonini. L’ho scoperto da poco ma lo trovo eccezionale: bravo pianista, bravo cantate e compositore e anche con buone dote attoriali».
Cosa non approva, invece?
«Che molti dei nostri giovani cantino in inglese, come se la lingua italiana non esistesse più. Io, con “Come ti vorrei” riuscii a fare un bel blues anche se cantavo in italiano».

La Zanicchi e gli Zero Assoluto al Festival Cantiamo la vita 2013

A Pavia la XX edizione della rassegna musicale promossa dal Movimento per la vita
PAVIA, 01/03/2013 (informazione.it – comunicati stampa) XX finalissima di “Cantiamo la vita” al Teatro Fraschini di Pavia domenica 10 marzo 2013 alle ore 16. Il festival, promosso dal Movimento per la vita nazionale e realizzato dal Centro di Aiuto alla Vita pavese, è ormai un appuntamento prestigio, anche grazie alle riprese televisive dell’emittente “La6” che lo diffondono in Italia e all’estero.
Di scena quest’anno Iva Zanicchi con gli Zero Assoluto, che si esibiranno live in diversi brani del loro repertorio