Iva Zanicchi replica alle critiche ricevute per le televendite: “Non sono mai stata una diva”

Alzi la mano chi non ha visto in Tv, precisamente sulle reti Mediaset, le televenditedei box doccia realizzate da Iva Zanicchi? A tutti sarà venuto spontaneo un sorriso nel vedere con quale enfasi la cantante, quasi come presentasse la sua storica trasmissione Ok il prezzo è giusto, decanta le caratteristiche del prodotto.

Ma l’Aquila di Lingonchio, per queste telepromozioni, si è attirata oltre all’ironia della rete anche tante critiche. Critiche che l’hanno spinta a chiudere i suoi profili social e a replicare attraverso un’intervista rilasciata al settimanale Nuovo:

Io ho fatto tutto e continuo a fare tutto perché mi diverto. Non mi curo delle critiche: qualsiasi cosa si faccia, arrivano. Mi hanno fatto questa proposta e l’ho accettata. Magari continuo ancora per qualche mese e poi smetterò. Però non capisco perché debbano stare sempre lì a bacchettarti. Capita a tutti, mica solo a me. Io ho chiuso anche i miei profili sui social network. Mi dà fastidio che chiunque possa liberamente offendere chiunque. Ben venga la critica, però sempre nei limiti del buon gusto e dell’educazione, mentre sul Web spesso si esagera. Non sono mai stata una diva: una cantante che ama stare sull’Olimpo non si abbassa a fare le televendite. Io, però, sono diversa: per 15 anni ho fatto Ok, il prezzo è giusto! Nella televendita si strizza l’occhio al mio celebre programma: in fondo è un po’ un modo per ricordare quel momento lì. Comunque vuol dire che se ne parla e questo significa che funziona!

In fondo, ha ragione, non vedo perché stupirsi. Oltre che interprete di molti brani storici della canzone italiana, la Zanicchi è sempre stata anche un personaggio televisivo e non credo che in tanti anni al timone di Ok il prezzo è giusto non abbia mai fatto televendite. Ma Giorgio Mastrota può stare tranquillo: Ivaa -come ha dichiarato – non ha intenzione di farne a lungo!iva-zanicchi

I conti con l’amore + Iva

TRE DONNE IN CERCA DI GUAI

I conti con l’amore + Iva

teatro accademia

Continua ad andare in scena lo spettacolo Tre donne in cerca di guai, che – anche a Conegliano Veneto, lo scorso 16 aprile – ha riscosso un grande successo. Corinne Clery, Barbara Bouchet e Iva Zanicchi,  dirette da Nicasio Anzelmo, sorprendono il pubblico che le vedrà in scena anche nella prossima stagione. Nel cast anche i bravi Giovanni Di Lonardo e Nicola Paduano.

La tournée di Tre donne in cerca di guai, che ha toccato varie città d’Italia da Nord a Sud, dopo l’anteprima nazionale a Treia lo scorso 29 gennaio, è giunta quasi a termine. Le tre carismatiche amazzoni protagoniste della pièce concluderanno questa fantastica avventura a Fasano, il prossimo 23 aprile, pronte ad entusiasmare altri spettatori nella prossima stagione. È infatti ufficiale che questa frizzante commedia di Jean-Marie Chevret, riadattata da Mario Scaletta con la regia di Nicasio Anzelmo, giungerà anche a Milano e a Roma dove c’è molta attesa.

Al centro della storia, come ben sottolinea il titolo, troviamo tre donne, tre inseparabili amiche, che – seppur caratterialmente diverse – hanno sempre puntato al divertimento.

Martine (Iva Zanicchi), dopo trent’anni di matrimonio, si è vista soffiare il marito da un’altra donna e la sua vita sembra finita, si trascura e vuole solo vendicarsi della rivale. A consolarla il coinquilino gay, Mirò (Giovanni Di Lonardo), e le sue due compagne di vita, Micky (Barbara Bouchet) e Annie (Corinne Clery), pronte a spronarla in ogni modo.

Quando in casa si presenta il bel Guillaume (Nicola Paduano), il figlio di una loro cara amica, un susseguirsi di situazioni equivoche e imbarazzanti riporterà un po’ di brio nella vita di tutti, anche se a giovarne sarà soltanto una persona.

Tre donne in cerca di guai si apre sulle note di Zingara intonata dalla stessa Zanicchi, che si prende subito il primo applauso della platea, sfoggiando un pigiamone color rosa e ai piedi delle ciabatte con la faccia di uno dei sette nani. Un abbigliamento insolito per l’Aquila di Ligonchio, vera sorpresa dello spettacolo, che dimostra di essere una grande leonessa del palcoscenico, con tanto di criniera ben in mostra. I capelli, infatti, sono sparati in aria e la naturalezza con cui entra nel personaggio rendono spontanea ogni battuta e, di conseguenza, ogni risata. Pur essendo la sua prima esperienza come attrice teatrale (a parte una breve parentesi tantissimi anni fa), la Zanicchi è perfetta nella parte; è il motore di tutta la storia, attorno alla quale ruotano intorno altre due straordinarie attrici dall’accento straniero e in grandissima forma: Corinne Clery e Barbara Bouchet. Anche quest’ultima si misura per la prima volta con il teatro e lo fa egregiamente e con eleganza, dopo più di cento pellicole sexy che l’hanno vista protagonista negli anni ’70.

È stata proprio la Clery a volere a tutti i costi che questa pièce, in Francia ormai un cult,  girasse per i teatri italiani e la risposta è stata più che soddisfacente. Proprio per questo, sullo sfondo della terrazza del delizioso appartamento dove tutto ha luogo, la Tour Eiffel troneggia tra qualche francesismo, ma la vicenda potrebbe benissimo essere ambientata ovunque; in un certo senso ciò è avvenuto.

Questo per via di un linguaggio schietto all’interno di una storia moderna, che vede tre signore di mezza età lottare con il tempo che passa e che si confronta anche con la tematica omosessuale, ancora un tabù per le vecchie generazioni (e non solo).

Da sottolineare anche la bravura degli attori impegnati sulla scena insieme alle Signore, Giovanni Di Lonardo, espressivo talento con un variegato curriculum, che dimostra un grande affiatamento con Nicola Paduano, altro interessante attore con diverse esperienze, che – oltre ad avere una voce stentorea – sfoggia un fisico mozzafiato, lasciando perplessa la stessa Zanicchi, in una delle trovate più divertenti della rappresentazione.

Tre donne in cerca di guai coniuga bene ironia e sensibilità, regalando due ore di puro divertimento in compagnia di tre grandi artiste, che si mettono in gioco con maestria finalmente su un palcoscenico e non all’interno di un reality show, che il più delle volte ridicolizza la fama anziché accentuarne il talento.