Iva Zanicchi: “Quella poesia che Ungaretti recitò nel bosco per me….”

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Gennaio è anche tempo di elezioni, come ben sapete (Calabria ed Emilia Romagna): vogliamo veramente “liberare” l’Emilia Romagna dalla dominazione rossa come dice l’Iva nazionale in questa intervista OFF?…(Redazione)

Bella, affascinante, genuina e tagliente: quando pronunci il suo nome è come se dicessi “L’Italia”. Cantava nell’osteria della nonna, faceva il contralto con gli Alpini. Ha vinto tre Festival di Sanremo, ha incantato milioni di persone dall’Italia al Cile, dalla Spagna al Madison Square Garden di New York. Legata indissolubilmente alla sua Emilia racconta nel faccia a faccia con Edoardo Sylos Labini tanti aneddoti come quello del partigiano protagonista di efferate violenze nel suo paese. Un mito: Iva Zanicchi.

Nata di luna buona (Rizzoli), uscito da pochi giorni, sta andando alla grande. C’é tutta la tua straordinaria carriera e la tua vita “inimitabile”, per dirla alla d’Annunzio. Cosa significa essere nata di luna buona?

E’ una frase del mio bisnonno Lorenzo: sono nata per terza e il mio papà voleva un maschio per via dell’eredità – sai che eredità! E così non mi volle vedere per tre giorni. Sono nata in in stalla, nevicava e l’ostetrica si era rifiutata di aiutare mia mamma Elsa: lei era nella stalla per mungere la vacca Nerina e io sono nata proprio lì! La mamma mi avvolse nel foulard e mi mise nella mangiatoia:
era disperata perché ero femmina!, ma il bisnonno Lorenzo mi guardò e disse: “E’ nata di giovedì e di luna buona!“

Cantavi già quando eri nella pancia di tua madre: é vero che tuo padre ti costruì una casetta di legno su un albero affinché potessi dare sfogo alle tue doti canore?

Mio papà aveva una grande manualità e siccome non voleva sentirmi cantare, mi costruì questa casetta: io salivo e cantavo. Avevo una voce che mi sentivano a distanza nella valle. Cantavo con gli Alpini nell’osteria della nonna ed ero l’unica donna che potesse entrare. Anche la maestra diceva che cantavo bene e quando fui mandata in colonia (ero magrissima!) la direttrice mi disse: “canta per tutti i bambini!”. Ero timida e non sapevo cosa cantare: attaccai con la montanara, poi con la smortina, ma siccome a fine canzone morivano tutti, non mi fece più cantare!

Ligonchio, questo puntino isolato sull’Appennino tosco-emiliano, quanto ha segnato la tua vita e la tua carriera?

Piccolissimo il mio paesino: a Vaglie, dove sono nata, d’inverno non c’è nessuno e lo “chiudono”, lo riaprono in estate con i gerani sui balconi. Quando sono nata io non c’era neanche la strada, c’era solo la chiesa con un prete bellissimo, messo “in castigo” perché andava con le donne. I vagliesi si autogestivano, organizzavano i matrimoni, c’era l’ostetrica e tutte le cose utili per un paese. Erano tutti poveri, ma avevano ognuno un orticello e quando morivano lasciavano tutto al prete, perché altrimenti sarebbero finiti all’inferno. Ma mio nonno li convinse a non lasciare nulla al prete sporcaccione!

Sei cresciuta in piena guerra, tra l’occupazione nazista e le prepotenze di alcuni partigiani: nel libro parli del partigiano “Lupo”, un farabutto uscito dalle galere di Modena…

Io lo dico sempre: grande merito alla Resistenza, però questo Lupo era un delinquente; in Emilia sono passati settant’anni e alcune cose non si possono dire, però questo qua aveva fatto del male a tanti, l’ho scritto nel libro (anche se il mio non è un libro politico). Avevamo più paura di lui e del suo gruppo che dei nazisti, ha fatto tante atrocità e si deve sapere.

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Con le tue sorelle tenevi il quaderno degli attori e cantanti preferiti: su questo quaderno c’era una foto autografata di Achille Togliani, che qualche anno dopo divenne il padrino del Concorso di Castrocaro, che lanciò la tua straordinaria carriera: come fu il tuo inizio?

Finita la serata del concorso arriva Gigi Vesigna e mi dice: “oh bambina, ci vediamo a Sanremo! Ravera ha detto che vinci tu!“. Io perdo la voce e la sera anzichè cantare “abbaio” e  arrivo quarta. Andai a Milano per fare un disco: presi il treno da sola, all’epoca era come andare sulla Luna! Mio papà mi preparò una bellissima valigia di cartone e feci tutto il viaggio con la testa fuori dal finestrino, così persi la voce un’altra volta: arrivai dal discografico senza voce!

La tua voce “nera” colpì i discografici della nuova etichetta, con cui hai inciso la tua prima canzone di successo, Come ti vorrei.

La casa discografica si chiamava Rifi:  c’era Mina e..sì, ero gelosa! Quando arrivai, lei era una star.

La canzone con la quale vinci il tuo primo Festival di Sanremo nel 1967 in coppia con Claudio Villa è Non pensare a me . Hai partecipato a dieci festival e ne hai vinti tre: qual è il ricordo più bello di Sanremo? E quello più brutto?

Il più bello è Zingara con Bobby Solo: ero giovane e i discografici ci avevano applaudito subito. Il ricordo più brutto è invece è proprio nel 1967, in quell’anno in cui morì Tenco. Pensavo che chiudessero il Festival, mi sembrava inconcepibile continuare il festival ero dietro le quinte e singhiozzavo, mi sembrava talmente atroce gioire per la vittoria in un momento così.

Per te hanno scritto in tanti, da Battisti e Paolo Conte a Umberto Bindi e Shel Shapiro e Cristiano Malgioglio: ma chi é l’autore al quale devi di più?

Un giorno Battisti chiama il mio discografico: vuole fare una canzone con me. Stiamo insieme una settimana: bene, l’unica brutta canzone scritta da Mogol e Battisti è quella! Anche Paolo Conte me ne scrisse una, un blues, ma era una cagata pazzesca! Theodorakis invece ha scritto Fiume amaro, il mio più grande successo. Ho fatto un anche un disco di canzoni ebraiche nel ‘68 e per poco non mi hanno arrestata! Però mi sono divertita, ho fatto quello che ho voluto.

Il successo ha mai tolto qualcosa alla tua vita privata?

Qualcosa ho dovuto lasciare: avevo paura a portare mia figlia in aereo e pensavo di far bene, ma poi quando gliene parlai mi disse che in realtà lei piangeva perché io non c’ero. Mia figlia è una donna meravigliosa.

Se negli anni ‘60 abbiamo visto una Iva sanguigna, negli anni ‘70 la tua carriera é caratterizzata dall’impegno e dall’incontro con grandi intellettuali come Giuseppe Ungaretti…

Un uomo dal cuore candido, puro. E’ stato un incontro meraviglioso! Lo incontrai a Salso Maggiore, mi disse che avrebbe voluto recitare per me nel bosco una poesia. Amava Leopardi e mi diceva che io dovevo amare quel poeta e non lui, ma per me era unico.

Un ricordo della tournee teatrale con un altro gigante: Walter Chiari.

Ho fatto sei mesi in tournè e gli devo molto. Un giorno sua mamma mi dice di non andarci a letto. Dopo un po’ di tempo lui ci prova con me e io, che sono ancora una ragazzina, gli dico di no. “Ma mica te lo avrà detto mia mamma!?”,mi  fa lui…

Nel 1978 Playboy ti dedica un servizio molto sexy che fa infuriare tua madre…

Con Playboy ho fatto una cavolata. Erano foto un pò osè e così sequestrai tutte le copie del mio paesino! Mio papà venne a sapere del servizio per Playboy grazie a un amico: per non spaventare la mamma le disse che il servizio fotografico era per Famiglia Cristiana!

Cosa bisogna fare per corteggiarti? E se Daniele Stefani improvvisasse un tango?…

Il tango è la musica più sexy, l’espressione verticale di un desiderio orizzontale. E’ un po’ disdicevole alla mia età, ma mi chiedono se a questa età si fa sesso: certo!  Io sono olimpionica, faccio sesso una volta ogni quattro anni!

Ti senti una donna senza età?

Mi sento anziana, però sono in salute e mi metto il rossetto!

Gli anni ‘90 per te hanno coinciso con una svolta televisiva cominciata con quel Premiatissima, programma di Canale 5, presentato da Johnny Dorelli del 1984.

Dorelli mi disse: “Intrattieni il pubblico!”. Ero uscita senza sapere che stavano registrando. Poi un giorno mi chiama Berlusconi: prima dell’appuntamento in villa a Macherio Johnny Dorelli mi consiglia di “sparare” una cifra esagerata. Una volta entrata, Berlusconi si avvicina al pianoforte e canta La vie en rose: io non so più cosa dirgli e alla fine accetto tutto quello che mi propone!

Cosa ti ha spinto a fare politica? Sei stata tra gli europarlamentari con più presenze: 97% nella legislatura 2009-2014

Mi sono messa in politica per vendicare mio padre. Quando mio padre si candidò nel nostro paese prese solo un voto, il suo! Neanche mia mamma lo aveva votato! Io credo nelle persone, quando mi piaceva Berlusconi ero con lui. Anche lui mi aveva sconsigliato di entrare in politica.

Mi dicono che sei una grande cuoca..

Io sono un’ottima cuoca, ce l’ho nel dna! Però il mio compagno è bravissimo e cucina lui, solo che mi fa sempre la cucina sarda e io non ne posso più!

Il grande abbraccio di Bisceglie a Iva Zanicchi

Il grande abbraccio di Bisceglie a Iva Zanicchi

Il grande abbraccio di Bisceglie a Iva Zanicchi © BisceglieLive.it

Nel salone del Circolo Unione di Bisceglie, Iva Zanicchi ha raccontato aneddoti e curiosità sulla sua vita e sulla sua incredibile carriera. L’iniziativa è stata dell’associazione Borgo Antico.

‘Nata di luna buona’ è il suo piacevole libro, che è anche una storia della musica italiana degli ultimi 50 anni e dei suoi protagonisti di punta. È stata accolta da un grandissimo applauso dal gremitissimo pubblico. A dialogare con lei, il giornalista Luca Ciciriello.

Un trio d’eccezione ha accolto la grande artista della musica italiana Iva Zanicchi cantando sue canzoni “Zingara”, “Testarda io”, i cantanti Sokol Preka Gjergji, Paola Puce e Cindy Gjergji, accompagnati al pianoforte dal M° Angelarosa Graziani.

#CR4, Iva Zanicchi fa una confessione: “Piero Chiambretti mi sgrida!”

Foto Iva Zanicchi Chiambretti sgrida

#CR4 – La Repubblica delle Donne, Iva Zanicchi: “Chiambretti mi sgrida!”

Presto tornerà in onda con un nuovo ciclo di puntate #CR4 – La Repubblica delle Donne con Piero Chiambretti e il suo variegato cast di ministre (e non). Antonella Elia dovrà assentarsi, visto che è una delle concorrenti del Grande Fratello Vip di Alfonso Signorini mentre Cristiano Malgioglio chissà in quali lidi volerà, lui, uccello chiuso in gabbia dallo stesso Chiambretti (è già fuggito da Michelle Hunziker e da Amadeus, a Capodanno). Iva Zanicchi, una delle Ministre della Repubblica delle Donne, in un’intervista al settimanale TeleSette (in edicola oggi) ha confessato: “Piero Chiambretti lo amo, ma ogni tanto mi sgrida, con affetto si intende, perché vorrebbe che facessi televisione solo con lui”.

Iva Zanicchi e Rosetta Falzone duettano a All together now

 Iva Zanicchi e Rosetta Falzone duettano a All together now 2. L’amata cantante e la concorrente finalista del programma di Canale 5 si sono esibite intonando “Le montagne” nella semifinale di stasera, giovedì 26 dicembre 2019. Il risultato? Quasi inutile dirlo! E’ stato decisamente spettacolare! Su Mediaset Play potete rivedere l’intero momento musicale trasmesso in tv.

Iva Zanicchi: «La voce è meglio della politica»

L’infanzia sull’Appennino, la miseria dignitosa e sana, un carattere di ferro e la rivelazione una sera in osteria davanti a San Remo. «Un giorno sarò lì anch’io. E il festival lo vincerò». Iva Zanicchi non ama ricordare esattamente il proprio anno di nascita (è il 1940) ma il giorno si. «Mio nonno lo disse subito: nata di buona luna. Aveva ragione». Voce rotonda e potente di contralto, l’Aquila di Ligonchio è arrivata ieri sera a Valdobbiadene per raccontare la sua autobiografia, intitolata seguendo la celebre frase del nonno Lorenzo. Grande successo e tutto esauirito wow!

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entenario della centrale elettrica di Ligonchio: Iva Zanicchi al teatro Bismantova

Una serata magica quella di venerdì 13 dicembre al teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti. In occasione del centenario dalla nascita della centrale idroelettrica di Ligonchio, la compaesana Iva Zanicchi ha ripercorso i successi e le tappe principali della sua vita, emozionando, divertendo e sconvolgendo i più piccoli in sala con i suoi aneddoti e barzellette a luci rosse.

La sua storia di vita si distingue come unica fin dai primissimi istanti quando, nella pancia della mamma, tutti credevano sarebbe nato un bel maschietto.

Iva ci racconta la relazione con il padre, evidentemente deluso dall’apparizione dell’ennesima figlia femmina. Le prime memorie risalgono a quando aveva cinque anni e lo vide tornare in paese, a Vaglie di Ligonchio, a guerra finita. Grazie ai racconti di sua madre e alle vecchie fotografie si era creata, nella mente di bambina, il mito di un uomo alto, biondo, forte e possente. Quell’uomo che vedeva arrivare, attorniato da uno sciame di persone, era invece uno scheletro con gli occhi infossati, vestito di stracci e con ai piedi una scarpa consunta nella destra e uno zoccolo nella sinistra. A suo padre, che iniziò subito a conoscere e amare, ha dedicato “Un uomo senza tempo”, che ha commosso tutta la sala.

Trascinata dal filo dei ricordi non ha dimenticato di citare i personaggi che più hanno segnato la sua vita e carriera di cantante. Gianni Morandi, il fratellino di Bologna con cui cantò al Madison Square Garden, il grande regista Luchino Visconti, per il quale incise la colonna sonora del film “Gruppo di famiglia in un interno” e il poeta Giuseppe Ungaretti.

Un ringraziamento speciale è andato al compositore greco Mikis Theodorakis. I suoi scritti dal carcere, a cui Iva ha prestato la voce, hanno dato vita a uno dei suoi dischi più belli. Sulla musica di “Fiume amaro” ha cantato tutto il teatro, un tributo alla memoria di un così grande uomo e artista.

Iva, però, non poteva lasciarci su note tristi e malinconiche, ma soprattutto senza una delle sue “zingarate”. A conclusione della serata ha cantato il suo pezzo più conosciuto, “Zingara”.

Infine, non ha dimenticato di ringraziare i musicisti, gli organizzatori, la sua famiglia e in particolare Enel Green Power, che scegliendo Ligonchio per istallare una delle primissime centrali idroelettriche del Paese, ha contribuito al benessere economico del territorio e ha reso orgoglioso tutto l’Appennino.

Iva zanicchi si racconta. la cantante sarà a valdobbiadene per presentare la sua autobiografia, “nata di buona luna”

Iva Zanicchi, oltre che amatissima interprete della canzone italiana, ha legato il suo nome a quello di personaggi celeberrimi del mondo della cultura e dello spettacolo, da Alberto Sordi a Federico Fellini, da Walter Chiari a Giuseppe Ungaretti, da Giorgio Gaber a Carlo Bo. Iva Zanicchi non ha però mai tradito le sue origini rimanendo, successo dopo successo, una persona semplice, una donna di montagna. Nata in un paesino dell’Appennino tosco-emiliano, nella sua autobiografia, fresca di stampa, racconta con schiettezza e ironia della sua infanzia, della guerra e degli esordi nel mondo dello spettacolo, svelando episodi divertenti e bizzarri, ma anche tristi: «Quando nel 1967 vinsi il Festival per la prima volta, in coppia con Claudio Villa, avrei solo voluto scappare – ricorda -. Era tragicamente morto Luigi Tenco e rimasi sconvolta dal cinismo con cui la notizia venne accolta dietro le quinte. Fui obbligata a salire sul palco e a sorridere. Riuscii solo a piangere… e non per l’emozione».

L’incontro con Iva Zanicchi, che si terrà lunedì 16 dicembre alle ore 20.45 presso l’auditorium di Palazzo Piva, è stato organizzato dall’amministrazione comunale di Valdobbiadene, con il contributo di Banca PrealpiSanbiagio, Cantina Bortolomiol, Spumanti Bortolin Angelo, Hotel Diana e Libreria Zanetti. L’evento gode inoltre del patrocinio dei comuni di Crocetta del Montello, Cornuda, Farra di Soligo, Miane, Moriago della Battaglia, Segusino, Sernaglia, Pederobba, Pieve di Soligo, Pieve di Soligo e Quero – Vas e Vidor.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.

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“Rifiutai Walter Chiari. Roberto Benigni mi disse delle cose mostruose”

            Intervistata ai microfoni del programma radiofonico “I Lunatici”, Iva Zanicchi ha raccontato alcuni aneddoti molto interessanti della sua vita. La cantante emiliana è partita dalla sua infanzia, che ricorda con nostalgia, per poi passare agli inizi della sua carriera dove i primi soldi stentavano ad arrivare. Ma di particolare interesse è il rapporto della cantante con gli uomini, e a questo proposito racconta gli episodi con Walter Chiari e Roberto Benigni.
             Iva Zanicchi è stata ospite del programma radiofonico targato Rai2, I Lunatici, condotto dagli irriverenti Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Nel corso della lunga chiacchierata consumatasi ai microfoni della trasmissione, la cantante ha raccontato alcuni aneddoti della sua infanzia, senza dimenticare alcuni episodi che hanno caratterizzato la sua carriera nel mondo dello spettacolo. Il racconto della sua infanzia La cantante emiliana avrebbe aneddoti a bizzeffe da raccontare, nella sua carriera iniziata da giovanissima, infatti, vari sono stati gli incontri con personaggi famosi che avrebbero potuto generare una certa curiosità. Alcuni episodi spiacevoli, altri piuttosto divertenti, ma con la sua parlantina la Zanicchi non ha certamente annoiato gli ascoltatori di Radio2 che sono stati deliziati da questi racconti del passato, a partire dalla sua infanzia: “Sono nata dopo due sorelle, mio padre voleva un maschio, quando sono nata io l’ha presa come una disgrazia. E’ stato due giorni senza volermi vedere, mia madre era disperata, l’unico a venirmi a trovare fu un bisnonno. Lui disse che ero nata di giovedì e di luna buona e pronosticò per me una buona fortuna”. E in effetti di fortuna, nel mondo dello spettacolo, la cantante l’ha avuta e non poca, sebbene non sia stata immediata, ma per arrivare alla vetta ha dovuto faticare tanto che ha iniziato a guadagnare seriamente quando già era piuttosto grande, come lei stessa racconta: “I primi soldi? Per me sono arrivati molto tardi. Sono stati importantissimi, presi una 500, andavamo in giro in tutta Italia. Ho comprato a mia madre il primo frigorifero”. Il rapporto con gli uomini
Nonostante adesso la 79enne si lasci andare a battute anche piuttosto disinibite, accompagnate anche da un leggero sarcasmo, senza mai cadere nel volgare, in realtà da giovane racconta di essere stata piuttosto ingenua. Anzi, la malizia non era assolutamente nelle sue corde, tanto che le sono capitati degli episodi difficili da gestire proprio perché la madre l’aveva sempre messa in guardia dalle possibili rimostranze degli uomini nei suoi confronti. Circostanze in cui si è imbattuta più volte, anche con volti noti dello spettacolo : Ero molto ingenua, avevo paura degli uomini, mia mamma mi aveva messo il terrore degli uomini. Ero tanta, cercavo di nascondermi, di non far vedere il seno, ma la prima volta che andai a Castrocaro uno dei massimi responsabili di quel festival mi invitò nel suo ufficio e cercò di saltarmi addosso. Io non mi sono mai scandalizzata, senza offendere ma con decisione puoi respingere senza offendere. Walter Chiari fu un grande maestro, facemmo sei mesi di spettacoli insieme. Lui dopo una settimana mi disse che una di quelle sere saremmo dovuti andare a letto insieme. Lo stesso giorno era arrivata la sua mamma, che mi adorava. Lei mi sconsigliò di andare a letto con Walter, lo definì un po’ birichino. Io le dissi di stare tranquilla, che non ci sarei andata. Chiari qualche giorno dopo mi disse che nella sua vita era andato a letto con tutte le donne che avevano lavorato con lui. Tranne due: una perché non gli piaceva e io, che gli dissi di no. L’insulto di Roberto Benigni Tra gli episodi ricordati dalla Zanicchi ce n’è uno che vede protagonista uno dei grandi nomi dello spettacolo italiano, ovvero Roberto Benigni, che con il suo fare goliardico e a volte troppo esuberante esordì con delle espressioni che suonarono davvero offensive nei confronti della cantante, che aveva partecipato a quel Festival con la canzone “Ti voglio senza amore”. L’attore toscano, infatti, aveva commentato il testo del brano presentato dalla cantante: “Iva, son rimasto malissimo, Ti voglio senza amore, cioè come dire fammi godere alla svelta e dura parecchio, ragazzi son rimasto. Non ci sono più i pezzi di una volta, al posto di Cantare adesso Trombare oh ooh, all’Alba tromberò. La canteresti mai? Iva son proprio rimasto male”. Giustamente la Zanicchi rivendica quanto fosse inappropriato quel gesto: “A Sanremo mi disse delle cose mostruose. Cose che non puoi dire nemmeno a una donna che batte il marciapiede. Poi la settimana dopo mi chiamò e chiese perdono. Io l’ho apprezzato”   I successi in tv e i nuovi progetti Infine la cantante parla della sua carriera televisiva, oltre che quella canora, quando è stata per anni al timone di uno dei programmi più amati della televisione, ovvero “Ok il prezzo è giusto”, che su Rete4 ha sempre ottenuto un grande successo di pubblico, come afferma lei stessa suggerita dai due conduttori che hanno rievocato quel periodo televisivo. Ma Iva Zanicchi non si ferma qui, anzi, dopo il suo ruolo da opinionista in programmi come il Grande Fratello, torna in pista anche in ambito musicale e rivela i suoi progetti futuri, come una collaborazione davvero inaspettata con uno dei grandi nomi della musica pop italiana, ovvero J-Ax: Il successo di quel format era talmente forte che mangiava tutto il resto. Mi sono lasciata prendere dall’ingranaggio, non rinnego niente, ma forse mi ha tolto qualcosa a livello artistico. L’intuizione di propormi fu proprio di Berlusconi. Avrei dovuto farlo solo per sei mesi e invece è durato quattordici anni. Qualcosa alla cantante ha tolto. Poi ho cercato di recuperare”.  Sta per uscire una canzone molto carina che canterò con J-Ax – afferma -. La sentirete. Vedrete che roba. Una mezza bomba.

Il “Donne & Riso” a Iva Zanicchi al termine di un raffinato spettacolo

Vercelli – A poco meno di 24 ore dallo spettacolo che la vedrà protagonista sullo stesso palcoscenico del Civico, per la stagione di prosa comunale, “Sono nata di luna buona”, Iva Zanicchi ha ricevuto questa sera dal sindaco Andrea Corsaro e dalla presidente del’Associazione Donne & Riso Natalia Bobba la “risottiera d’argento”, ovverosia il Premio Donne & Riso 2019.

La nota cantante, conduttrice, già europarlamentare e oggi, appunto, attrice, lo ha ricevuto al termine di un bellissimo spettacolo con cui l’Associazione presieduta da Natalia Bobba ha celebrato i 40 anni di fondazione: prima presidente fu Rita Greppi, seguita da Marinette Malinverni, da Licia Vandone e oggi, appunto, da Natalia Bobba. Se l’associazione ha quarant’anni, il premio ne ha quindici: fu assegnato la prima volta nel 2004 e, tra le altre insignite, l’albo d’oro annovera Rossana Lambertucci, Elisa Isoardi, Katia Ricciarelli e Lucilla Giagnoni.

Lo spettacolo, presentato da Roberto Magnaghi, sotto la regia di Cinzia Ordine e Roberto Sbaratto, è stato davvero interessante e affascinante. Sul palcoscenico si sono avvicendati personaggi assai noti e altri meno noti, ma interessanti, come ad esempio Tiziana Monterisi, ceo di RiceHouse Srl, una start up che costruisce case con gli scarti della lavorazione del riso, oppure la pittrice e disegnatrice botanica Angela Petrini che ha creato capolavori con i suoi acquerelli ispirati al riso.

Tra i nomi più famosi, Giorgio Simonelli, che ha parlato dei 70 anni del film eponimo della terra d’acque, “Riso Amaro”, e la violinista Giulia Rimonda.

Insomma, un pomeriggio di raffinata eccellenza.