Iva Zanicchi: “Emiliani tenete duro, non sarà un terremoto a fermarci”

Ha il cuore infranto Iva Zanicchi. Non fa altro che pensare alla sua Emilia, duramente colpita dal terremoto. E intanto conta le sue vittime, salite finora a 26. Mentre la terra continua a tremare – è successo anche a Ravenna e sulla Riviera Romagnola e altre scosse sono state avvertite in alcuni comuni della provincia di Reggio e di Modena -, la Zanicchi passa le giornate al telefono con parenti e amici che vivono in quelle zone devastate, che l’hanno vista crescere e muovere i primi passi verso il successo. Con quel l’accento che fa subito simpatia, la cantante incarna perfettamente lo spirito laborioso, battagliero e intraprendente degli emiliani. Ed è per questo che, come europarlamentare impegnata ancora a Strasburgo, vuole far arrivare immediatamente gli aiuti agli sfollati e contribuire alla ricostruzione del patrimonio storico e artistico dei paesi colpiti dal sisma. «Si parla troppo e si conclude poco» L’”aquila di Ligonchio” fa appello al mondo politico. E chiede alle istituzioni di non dimenticare la sua gente. Da emiliana, come vive questi giorni drammatici che hanno provato così duramente la sua terra? «C’è da piangere. Il mio cordoglio e affetto va ai familiari dei morti, a chi ha perso la propria casa, il proprio lavoro. Lo Stato non deve lasciare sole queste popolazioni. Sono sempre in contatto con i parenti e gli amici di quelle zone. A Reggio Emilia abita mia zia Verina di 90 anni e a Cervarezza. sempre nell’Appennino reggiano, mia sorella Viria. Li hanno tutti paura di essere dimenticati. Ma io mi impegnerò affinché questo non accada». Si è già recata nelle zone terremotate? «No, ma Io farò in forma privata. Trovo stridente il fatto che i politici vadano in visita nelle zone di emergenza per farsi pubblicità. La politica, si sa, parla troppo e spesso conclude poco». Lei, come europarlamentare, in che modo s’impegnerà per aiutare i terremotati? «Sia io sia i colleghi europarlamentari abbiamo chiesto, subito dopo la prima forte scossa del 20 maggio, un aiuto concreto e rapido da – parte dell’Unione Europea. S Richiesta che – debbo dire – è stata immediatamente accolta dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Al governo italiano chiedo, invece, di allentare le maglie della burocrazia e di pensare a politiche di marketing per lo meno nel settore agroalimentare attraverso i rilancio in tutto il Paese dei prodotti tipici emiliani. Vedere fermi interi caseifici, buttate circa 600 mila forme di Parmigiano Reggiano (da sempre una delle maggiori eccellenze della nostra tavola) e distrutte migliaia di bottigliette d’aceto balsamico tradizionale di Modena mi fa star male». Non solo il settore alimentare è in ginocchio… «La sola provincia di Modena ha un Pil (prodotto interno lordo, ndr) uguale a tutta la Sicilia. Una zona ricchissima. Penso ai maglifici e al settore tessile di Carpi, ai motori con Lamborghini, Ducati e Ferrari, alle ceramiche di Sassuolo e Fiorano. Bisogna far ripartire subito l’economia locale». «È sempre stata una zona sismica» Crede ci sia stata troppa fretta nel ricostruire? «Fa parte dello spirito emiliano, forse fin troppo laborioso. Noi non riusciamo a stare con le mani in mano. Ma lancio un appello alla mia gente: prendetevi un secondo, attendete che siano stati fatti controlli più accurati. E in ogni caso tenete duro! Non fatevi fermare dal terremoto». Molti capannoni erano stati dichiarati agibili dopo la prima scossa… «Ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità». Forse nessuno si aspettava scosse di questa entità in una parte d’Italia considerata da sempre a basso rischio sismico? «Tutte balle. L’Emilia è sempre stata terra di terremoto. Ho vissuto la mia infanzia sull’Appennino ed eravamo abituati a questo fenomeno. A tale proposito, ricordo che mio padre diceva spesso che saremmo dovuti andare ad abitare in pianura perché, almeno li, non si sarebbero sentite le scosse. E invece, purtroppo, un evento devastante è sotto i nostri occhi ». «Gli sciacalli? Ma che vergogna!» In alcuni paesi le scosse hanno raso al suolo il centro storico… «Il Duomo di Mirandola era un gioiello architettonico e ora è distrutto. Una tragedia. Anche perché, dalle nostre parti, il centro di un paese, la piazza, è cuore pulsante per molti anziani: lo raggiungono spesso in bicicletta, fanno una partita a carte, bevono un bicchiere di Lambrusco in compagnia. Purtroppo oggi, per molti di loro, non sarà più possibile». C’è stato pure chi ha speculato su questa tragedia… «Il fenomeno dello sciacallaggio è vergognoso! Pensi che un mio parente della Bassa ferrarese dorme in roulotte davanti a casa per paura che possano entrare nella sua abitazione e derubarlo». L’Emilia è una terra di musicisti. Infatti il 25 giugno è previsto un concerto benefico per la regione con Laura Pausini, Caterina Caselli, Zucchero e altri big, che verrà trasmesso in diretta su Raiuno. Parteciperà anche lei all’evento? «No. Ma sto organizzando un altro evento i cui dettagli sono ancora in via di definizione. Si tratta di un concerto che si terrà a Reggio Emilia il 30 giugno e il cui incasso sarà devoluto in favore delle popolazioni di Carpi e Mirandola». L’informazione può dare un contributo per non dimenticare questa tragedia? «I mass media stanno facendo tanto. In ogni servizio televisivo emerge la compostezza, la dignità, il coraggio della mia gente di fronte alla disgrazia. Sono orgogliosa di essere emiliana». «Aspetto che torni a splendere il sole» Che cosa fa nel tempo libero per distrarsi da queste notizie così drammatiche? «Scrivo: è una cosa che mi piace, mi rilassa e mi serve anche per allontanare i pensieri tristi, che purtroppo oggi sono sempre più ricorrenti. Dopo questa tempesta, dovrà pur tornare a splendere un raggio di sole nella mia Emilia cosi lacerata e distrutta, non crede?».