Iva Zanicchi: “Quella poesia che Ungaretti recitò nel bosco per me….”

onte Facebook official

Gennaio è anche tempo di elezioni, come ben sapete (Calabria ed Emilia Romagna): vogliamo veramente “liberare” l’Emilia Romagna dalla dominazione rossa come dice l’Iva nazionale in questa intervista OFF?…(Redazione)

Bella, affascinante, genuina e tagliente: quando pronunci il suo nome è come se dicessi “L’Italia”. Cantava nell’osteria della nonna, faceva il contralto con gli Alpini. Ha vinto tre Festival di Sanremo, ha incantato milioni di persone dall’Italia al Cile, dalla Spagna al Madison Square Garden di New York. Legata indissolubilmente alla sua Emilia racconta nel faccia a faccia con Edoardo Sylos Labini tanti aneddoti come quello del partigiano protagonista di efferate violenze nel suo paese. Un mito: Iva Zanicchi.

Nata di luna buona (Rizzoli), uscito da pochi giorni, sta andando alla grande. C’é tutta la tua straordinaria carriera e la tua vita “inimitabile”, per dirla alla d’Annunzio. Cosa significa essere nata di luna buona?

E’ una frase del mio bisnonno Lorenzo: sono nata per terza e il mio papà voleva un maschio per via dell’eredità – sai che eredità! E così non mi volle vedere per tre giorni. Sono nata in in stalla, nevicava e l’ostetrica si era rifiutata di aiutare mia mamma Elsa: lei era nella stalla per mungere la vacca Nerina e io sono nata proprio lì! La mamma mi avvolse nel foulard e mi mise nella mangiatoia:
era disperata perché ero femmina!, ma il bisnonno Lorenzo mi guardò e disse: “E’ nata di giovedì e di luna buona!“

Cantavi già quando eri nella pancia di tua madre: é vero che tuo padre ti costruì una casetta di legno su un albero affinché potessi dare sfogo alle tue doti canore?

Mio papà aveva una grande manualità e siccome non voleva sentirmi cantare, mi costruì questa casetta: io salivo e cantavo. Avevo una voce che mi sentivano a distanza nella valle. Cantavo con gli Alpini nell’osteria della nonna ed ero l’unica donna che potesse entrare. Anche la maestra diceva che cantavo bene e quando fui mandata in colonia (ero magrissima!) la direttrice mi disse: “canta per tutti i bambini!”. Ero timida e non sapevo cosa cantare: attaccai con la montanara, poi con la smortina, ma siccome a fine canzone morivano tutti, non mi fece più cantare!

Ligonchio, questo puntino isolato sull’Appennino tosco-emiliano, quanto ha segnato la tua vita e la tua carriera?

Piccolissimo il mio paesino: a Vaglie, dove sono nata, d’inverno non c’è nessuno e lo “chiudono”, lo riaprono in estate con i gerani sui balconi. Quando sono nata io non c’era neanche la strada, c’era solo la chiesa con un prete bellissimo, messo “in castigo” perché andava con le donne. I vagliesi si autogestivano, organizzavano i matrimoni, c’era l’ostetrica e tutte le cose utili per un paese. Erano tutti poveri, ma avevano ognuno un orticello e quando morivano lasciavano tutto al prete, perché altrimenti sarebbero finiti all’inferno. Ma mio nonno li convinse a non lasciare nulla al prete sporcaccione!

Sei cresciuta in piena guerra, tra l’occupazione nazista e le prepotenze di alcuni partigiani: nel libro parli del partigiano “Lupo”, un farabutto uscito dalle galere di Modena…

Io lo dico sempre: grande merito alla Resistenza, però questo Lupo era un delinquente; in Emilia sono passati settant’anni e alcune cose non si possono dire, però questo qua aveva fatto del male a tanti, l’ho scritto nel libro (anche se il mio non è un libro politico). Avevamo più paura di lui e del suo gruppo che dei nazisti, ha fatto tante atrocità e si deve sapere.

LEGGI ANCHE: Vita strepitosa di Iva Zanicchi, “nata di luna buona”

Con le tue sorelle tenevi il quaderno degli attori e cantanti preferiti: su questo quaderno c’era una foto autografata di Achille Togliani, che qualche anno dopo divenne il padrino del Concorso di Castrocaro, che lanciò la tua straordinaria carriera: come fu il tuo inizio?

Finita la serata del concorso arriva Gigi Vesigna e mi dice: “oh bambina, ci vediamo a Sanremo! Ravera ha detto che vinci tu!“. Io perdo la voce e la sera anzichè cantare “abbaio” e  arrivo quarta. Andai a Milano per fare un disco: presi il treno da sola, all’epoca era come andare sulla Luna! Mio papà mi preparò una bellissima valigia di cartone e feci tutto il viaggio con la testa fuori dal finestrino, così persi la voce un’altra volta: arrivai dal discografico senza voce!

La tua voce “nera” colpì i discografici della nuova etichetta, con cui hai inciso la tua prima canzone di successo, Come ti vorrei.

La casa discografica si chiamava Rifi:  c’era Mina e..sì, ero gelosa! Quando arrivai, lei era una star.

La canzone con la quale vinci il tuo primo Festival di Sanremo nel 1967 in coppia con Claudio Villa è Non pensare a me . Hai partecipato a dieci festival e ne hai vinti tre: qual è il ricordo più bello di Sanremo? E quello più brutto?

Il più bello è Zingara con Bobby Solo: ero giovane e i discografici ci avevano applaudito subito. Il ricordo più brutto è invece è proprio nel 1967, in quell’anno in cui morì Tenco. Pensavo che chiudessero il Festival, mi sembrava inconcepibile continuare il festival ero dietro le quinte e singhiozzavo, mi sembrava talmente atroce gioire per la vittoria in un momento così.

Per te hanno scritto in tanti, da Battisti e Paolo Conte a Umberto Bindi e Shel Shapiro e Cristiano Malgioglio: ma chi é l’autore al quale devi di più?

Un giorno Battisti chiama il mio discografico: vuole fare una canzone con me. Stiamo insieme una settimana: bene, l’unica brutta canzone scritta da Mogol e Battisti è quella! Anche Paolo Conte me ne scrisse una, un blues, ma era una cagata pazzesca! Theodorakis invece ha scritto Fiume amaro, il mio più grande successo. Ho fatto un anche un disco di canzoni ebraiche nel ‘68 e per poco non mi hanno arrestata! Però mi sono divertita, ho fatto quello che ho voluto.

Il successo ha mai tolto qualcosa alla tua vita privata?

Qualcosa ho dovuto lasciare: avevo paura a portare mia figlia in aereo e pensavo di far bene, ma poi quando gliene parlai mi disse che in realtà lei piangeva perché io non c’ero. Mia figlia è una donna meravigliosa.

Se negli anni ‘60 abbiamo visto una Iva sanguigna, negli anni ‘70 la tua carriera é caratterizzata dall’impegno e dall’incontro con grandi intellettuali come Giuseppe Ungaretti…

Un uomo dal cuore candido, puro. E’ stato un incontro meraviglioso! Lo incontrai a Salso Maggiore, mi disse che avrebbe voluto recitare per me nel bosco una poesia. Amava Leopardi e mi diceva che io dovevo amare quel poeta e non lui, ma per me era unico.

Un ricordo della tournee teatrale con un altro gigante: Walter Chiari.

Ho fatto sei mesi in tournè e gli devo molto. Un giorno sua mamma mi dice di non andarci a letto. Dopo un po’ di tempo lui ci prova con me e io, che sono ancora una ragazzina, gli dico di no. “Ma mica te lo avrà detto mia mamma!?”,mi  fa lui…

Nel 1978 Playboy ti dedica un servizio molto sexy che fa infuriare tua madre…

Con Playboy ho fatto una cavolata. Erano foto un pò osè e così sequestrai tutte le copie del mio paesino! Mio papà venne a sapere del servizio per Playboy grazie a un amico: per non spaventare la mamma le disse che il servizio fotografico era per Famiglia Cristiana!

Cosa bisogna fare per corteggiarti? E se Daniele Stefani improvvisasse un tango?…

Il tango è la musica più sexy, l’espressione verticale di un desiderio orizzontale. E’ un po’ disdicevole alla mia età, ma mi chiedono se a questa età si fa sesso: certo!  Io sono olimpionica, faccio sesso una volta ogni quattro anni!

Ti senti una donna senza età?

Mi sento anziana, però sono in salute e mi metto il rossetto!

Gli anni ‘90 per te hanno coinciso con una svolta televisiva cominciata con quel Premiatissima, programma di Canale 5, presentato da Johnny Dorelli del 1984.

Dorelli mi disse: “Intrattieni il pubblico!”. Ero uscita senza sapere che stavano registrando. Poi un giorno mi chiama Berlusconi: prima dell’appuntamento in villa a Macherio Johnny Dorelli mi consiglia di “sparare” una cifra esagerata. Una volta entrata, Berlusconi si avvicina al pianoforte e canta La vie en rose: io non so più cosa dirgli e alla fine accetto tutto quello che mi propone!

Cosa ti ha spinto a fare politica? Sei stata tra gli europarlamentari con più presenze: 97% nella legislatura 2009-2014

Mi sono messa in politica per vendicare mio padre. Quando mio padre si candidò nel nostro paese prese solo un voto, il suo! Neanche mia mamma lo aveva votato! Io credo nelle persone, quando mi piaceva Berlusconi ero con lui. Anche lui mi aveva sconsigliato di entrare in politica.

Mi dicono che sei una grande cuoca..

Io sono un’ottima cuoca, ce l’ho nel dna! Però il mio compagno è bravissimo e cucina lui, solo che mi fa sempre la cucina sarda e io non ne posso più!

Il grande abbraccio di Bisceglie a Iva Zanicchi

Il grande abbraccio di Bisceglie a Iva Zanicchi

Il grande abbraccio di Bisceglie a Iva Zanicchi © BisceglieLive.it

Nel salone del Circolo Unione di Bisceglie, Iva Zanicchi ha raccontato aneddoti e curiosità sulla sua vita e sulla sua incredibile carriera. L’iniziativa è stata dell’associazione Borgo Antico.

‘Nata di luna buona’ è il suo piacevole libro, che è anche una storia della musica italiana degli ultimi 50 anni e dei suoi protagonisti di punta. È stata accolta da un grandissimo applauso dal gremitissimo pubblico. A dialogare con lei, il giornalista Luca Ciciriello.

Un trio d’eccezione ha accolto la grande artista della musica italiana Iva Zanicchi cantando sue canzoni “Zingara”, “Testarda io”, i cantanti Sokol Preka Gjergji, Paola Puce e Cindy Gjergji, accompagnati al pianoforte dal M° Angelarosa Graziani.

Iva Zanicchi: «La voce è meglio della politica»

L’infanzia sull’Appennino, la miseria dignitosa e sana, un carattere di ferro e la rivelazione una sera in osteria davanti a San Remo. «Un giorno sarò lì anch’io. E il festival lo vincerò». Iva Zanicchi non ama ricordare esattamente il proprio anno di nascita (è il 1940) ma il giorno si. «Mio nonno lo disse subito: nata di buona luna. Aveva ragione». Voce rotonda e potente di contralto, l’Aquila di Ligonchio è arrivata ieri sera a Valdobbiadene per raccontare la sua autobiografia, intitolata seguendo la celebre frase del nonno Lorenzo. Grande successo e tutto esauirito wow!

nata di luna buona

valdobbiadene

2unnamed 3unnamed 6309b8c2-7882-4300-a9f5-854f932157b7_medium_p

entenario della centrale elettrica di Ligonchio: Iva Zanicchi al teatro Bismantova

Una serata magica quella di venerdì 13 dicembre al teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti. In occasione del centenario dalla nascita della centrale idroelettrica di Ligonchio, la compaesana Iva Zanicchi ha ripercorso i successi e le tappe principali della sua vita, emozionando, divertendo e sconvolgendo i più piccoli in sala con i suoi aneddoti e barzellette a luci rosse.

La sua storia di vita si distingue come unica fin dai primissimi istanti quando, nella pancia della mamma, tutti credevano sarebbe nato un bel maschietto.

Iva ci racconta la relazione con il padre, evidentemente deluso dall’apparizione dell’ennesima figlia femmina. Le prime memorie risalgono a quando aveva cinque anni e lo vide tornare in paese, a Vaglie di Ligonchio, a guerra finita. Grazie ai racconti di sua madre e alle vecchie fotografie si era creata, nella mente di bambina, il mito di un uomo alto, biondo, forte e possente. Quell’uomo che vedeva arrivare, attorniato da uno sciame di persone, era invece uno scheletro con gli occhi infossati, vestito di stracci e con ai piedi una scarpa consunta nella destra e uno zoccolo nella sinistra. A suo padre, che iniziò subito a conoscere e amare, ha dedicato “Un uomo senza tempo”, che ha commosso tutta la sala.

Trascinata dal filo dei ricordi non ha dimenticato di citare i personaggi che più hanno segnato la sua vita e carriera di cantante. Gianni Morandi, il fratellino di Bologna con cui cantò al Madison Square Garden, il grande regista Luchino Visconti, per il quale incise la colonna sonora del film “Gruppo di famiglia in un interno” e il poeta Giuseppe Ungaretti.

Un ringraziamento speciale è andato al compositore greco Mikis Theodorakis. I suoi scritti dal carcere, a cui Iva ha prestato la voce, hanno dato vita a uno dei suoi dischi più belli. Sulla musica di “Fiume amaro” ha cantato tutto il teatro, un tributo alla memoria di un così grande uomo e artista.

Iva, però, non poteva lasciarci su note tristi e malinconiche, ma soprattutto senza una delle sue “zingarate”. A conclusione della serata ha cantato il suo pezzo più conosciuto, “Zingara”.

Infine, non ha dimenticato di ringraziare i musicisti, gli organizzatori, la sua famiglia e in particolare Enel Green Power, che scegliendo Ligonchio per istallare una delle primissime centrali idroelettriche del Paese, ha contribuito al benessere economico del territorio e ha reso orgoglioso tutto l’Appennino.

Iva Zanicchi: “Solidarietà alla gente di Bibbiano”. VIDEO

La popolare artista ha presentato a Reggio il libro autobiografico “Nata di luna buona”: “Sto male quanto sento certe cattiverie, non si può demonizzare l’intero territorio popolato da gente onesta”

REGGIO EMILIA – Castrocaro, Canzonissima, dieci partecipazioni al Festival di Sanremo vinto per tre volte, e ancora il Madison Square Garden, la celebre tournée teatrale con Walter Chiari, e poi la tv con Ok il prezzo è giusto! Una carriera lunghissima e ricca di soddisfazioni attraverso la quale Iva Zanicchi ha lasciato un segno indelebile nella storia dello spettacolo e della canzone. Un cammino nato da ragazzina quando cantava a squarciagola nella casetta sull’albero a Vaglie di Ligonchio. Da lì di strada ne ha fatto davvero tanta.

Un cammino che l’artista oggi 79enne ha ripercorso nel libro autobiografico intitolato “Nata di Luna Buona” e uscito da pochi giorni.

Il volume è stato presentato a Reggio all’Auditorium Credem. Un’occasione nella quale la popolare cantante ha parlato del legame forte con la terra reggiana, descrivendo anche con rabbia il fango gettato su Bibbiano e tutta la comunità locale: “Sto male quando sento le cattiverie su Bibbiano, non si può demonizzare così un’intero territorio popolato da tanta gente onesta e per bene”.

La Zanicchi ha anche annunciato l’intenzione di recarsi presto nel paese della Val d’Enza: “Andrò a Bibbiano, voglio parlare con la gente, entrare nei bar, esprimere solidarietà alla comunità’.

La popolare artista ha anche svolto attività politica: è stata europarlamentare tra il 2009 e il 2014, eletta nelle file del Popolo della Libertà.

IVA ZANICCHI Nata di luna buona (Ed. Rizzoli) al teatro D. fabbri di Forlì

Rassegna di INCONTRI, Sabato 9 novembre 2019 ore 18. Presentazione realizzata in collaborazione con Libreria UBIK Forlì

Bologna, 07/11/2019 (informazione.it – comunicati stampa – editoria e media)Sabato 9 novembre 2019 ore 18

//

IVA ZANICCHI

Nata di luna buona

(Ed. Rizzoli)

presentazione realizzata in collaborazione con Libreria UBIK Forlì

conduce l’Incontro Marco Viroli.

IVA ZANICCHI Nata di luna buona (Ed. Rizzoli) al teatro D. fabbri di Forlì

La rassegna di INCONTRI organizzata da Accademia Perduta/Romagna Teatri in collaborazione con Benso al Ridotto del Teatro Diego Fabbri di Forlì (via Dall’Aste), prenderà il via sabato 9 novembre alle ore 18 con Iva Zanicchi e la presentazione del suo nuovo libro autobiografico Nata di luna buona (ed. Rizzoli).

La presentazione, organizzata in collaborazione con la Libreria Ubik di Forlì, sarà condotta da Marco Viroli.

Nata di luna buona è l’autobiografia completa, dall’infanzia a oggi, di uno dei personaggi più amati e popolari della canzone e della televisione italiana, Iva Zanicchi.

“Che avessi una bella voce me lo dicevano tutti – racconta Iva Zanicchi – cantavo nell’osteria della nonna, facevo il contralto in un coro di alpini, cantavo in chiesa, in occasione di battesimi e persino di funerali: volevo sempre cantare e non sapevo come fare. Mio papà, che non era tanto contento di quella mia passione, mi aveva costruito una piccola casetta su un albero vicino casa e mi mandava lì a esprimermi pur di non sentirmi”. Da quando cantava a squarciagola nella casetta sull’albero a Vaglie di Ligonchio, un puntino isolato sull’Appennino tosco – emiliano lontano da tutto e da tutti, Iva Zanicchi di strada ne ha fatta parecchia e, dopo aver esordito su un palco appena ventenne, non si è più fermata. Castrocaro, Canzonissima, dieci Festival di Sanremo (unica donna ad averne vinti tre), il Madison Square Garden, la celebre tournée teatrale con Walter Chiari: Iva ha lasciato un segno indelebile nella storia dello spettacolo e della canzone. Da Alberto Sordi a Marcello Mastroianni, da Federico Fellini a Giuseppe Ungaretti, Mina e Giorgio Gaber, la sua carriera è costellata di straordinari incontri. Iva non ha però mai tradito le sue origini ed è rimasta, successo dopo successo, una semplice e genuina ragazza Nata di luna buona. In questo libro racconta per la prima volta tutta la sua vita con lo stile schietto che da sempre la contraddistingue: un viaggio dall’infanzia a oggi attraverso teneri ricordi, divertenti retroscena ed episodi inediti, impreziosito da una galleria fotografica con tanti scatti privati.

L’ingresso all’Incontro è gratuito fino a esaurimento posti.

Info: 0543 26355 – accademiaperduta.it

Iva Zanicchi: “Quella poesia che Ungaretti recitò nel bosco per me….”

fonte Facebook official

Bella, affascinante, genuina e tagliente: quando pronunci il suo nome è come se dicessi “L’Italia”. Cantava nell’osteria della nonna, faceva il contralto con gli Alpini. Ha vinto tre Festival di Sanremo, ha incantato milioni di persone dall’Italia al Cile, dalla Spagna al Madison Square Garden di New York. Al Mondadori OFF un mito: Iva Zanicchi.

Benvenuta iva nell’unico salotto non radical chic d’Italia. Siamo onorati di avere nostra ospite un mito dello spettacolo italiano come te. Questo libro autobiografico, Nata di luna buona (Rizzoli), uscito da pochi giorni, sta andando alla grande. C’é tutta la tua straordinaria carriera e la tua vita “inimitabile”, per dirla alla d’Annunzio. Cosa significa essere nata di luna buona?

E’ una frase del mio bisnonno Lorenzo: sono nata per terza e il mio papà voleva un maschio per via dell’eredità – sai che eredità! E così non mi volle vedere per tre giorni. Sono nata in in stalla, nevicava e l’ostetrica si era rifiutata di aiutare mia mamma Elsa: lei era nella stalla per mungere la vacca Nerina e io sono nata proprio lì! La mamma mi avvolse nel foulard e mi mise nella mangiatoia:
era disperata perché ero femmina!, ma il bisnonno Lorenzo mi guardò e disse: “E’ nata di giovedì e di luna buona!“

Cantavi già quando eri nella pancia di tua madre: é vero che tuo padre ti costruì una casetta di legno su un albero affinché potessi dare sfogo alle tue doti canore?

Mio papà aveva una grande manualità e siccome non voleva sentirmi cantare, mi costruì questa casetta: io salivo e cantavo. Avevo una voce che mi sentivano a distanza nella valle. Cantavo con gli Alpini nell’osteria della nonna ed ero l’unica donna che potesse entrare. Anche la maestra diceva che cantavo bene e quando fui mandata in colonia (ero magrissima!) la direttrice mi disse: “canta per tutti i bambini!”. Ero timida e non sapevo cosa cantare: attaccai con la montanara, poi con la smortina, ma siccome a fine canzone morivano tutti, non mi fece più cantare!

Ligonchio, questo puntino isolato sull’Appennino tosco-emiliano, quanto ha segnato la tua vita e la tua carriera?

Piccolissimo il mio paesino: a Vaglie, dove sono nata, d’inverno non c’è nessuno e lo “chiudono”, lo riaprono in estate con i gerani sui balconi. Quando sono nata io non c’era neanche la strada, c’era solo la chiesa con un prete bellissimo, messo “in castigo” perché andava con le donne. I vagliesi si autogestivano, organizzavano i matrimoni, c’era l’ostetrica e tutte le cose utili per un paese. Erano tutti poveri, ma avevano ognuno un orticello e quando morivano lasciavano tutto al prete, perché altrimenti sarebbero finiti all’inferno. Ma mio nonno li convinse a non lasciare nulla al prete sporcaccione!

Sei cresciuta in piena guerra, tra l’occupazione nazista e le prepotenze di alcuni partigiani: nel libro parli del partigiano “Lupo”, un farabutto uscito dalle galere di Modena…

Io lo dico sempre: grande merito alla Resistenza, però questo Lupo era un delinquente; in Emilia sono passati settant’anni e alcune cose non si possono dire, però questo qua aveva fatto del male a tanti, l’ho scritto nel libro (anche se il mio non è un libro politico). Avevamo più paura di lui e del suo gruppo che dei nazisti, ha fatto tante atrocità e si deve sapere.

Con le tue sorelle tenevi il quaderno degli attori e cantanti preferiti: su questo quaderno c’era una foto autografata di Achille Togliani, che qualche anno dopo divenne il padrino del Concorso di Castrocaro, che lanciò la tua straordinaria carriera: come fu il tuo inizio?

Finita la serata del concorso arriva Gigi Vesigna e mi dice: “oh bambina, ci vediamo a Sanremo! Ravera ha detto che vinci tu!“. Io perdo la voce e la sera anzichè cantare “abbaio” e  arrivo quarta. Andai a Milano per fare un disco: presi il treno da sola, all’epoca era come andare sulla Luna! Mio papà mi preparò una bellissima valigia di cartone e feci tutto il viaggio con la testa fuori dal finestrino, così persi la voce un’altra volta: arrivai dal discografico senza voce!

La tua voce “nera” colpì i discografici della nuova etichetta, con cui hai inciso la tua prima canzone di successo, Come ti vorrei.

La casa discografica si chiamava Rifi:  c’era Mina e..sì, ero gelosa! Quando arrivai, lei era una star.

La canzone con la quale vinci il tuo primo Festival di Sanremo nel 1967 in coppia con Claudio Villa è Non pensare a me . Hai partecipato a dieci festival e ne hai vinti tre: qual è il ricordo più bello di Sanremo? E quello più brutto?

Il più bello è Zingara con Bobby Solo: ero giovane e i discografici ci avevano applaudito subito. Il ricordo più brutto è invece è proprio nel 1967, in quell’anno in cui morì Tenco. Pensavo che chiudessero il Festival, mi sembrava inconcepibile continuare il festival ero dietro le quinte e singhiozzavo, mi sembrava talmente atroce gioire per la vittoria in un momento così.

Per te hanno scritto in tanti, da Battisti e Paolo Conte a Umberto Bindi e Shel Shapiro e Cristiano Malgioglio: ma chi é l’autore al quale devi di più?

Un giorno Battisti chiama il mio discografico: vuole fare una canzone con me. Stiamo insieme una settimana: bene, l’unica brutta canzone scritta da Mogol e Battisti è quella! Anche Paolo Conte me ne scrisse una, un blues, ma era una cagata pazzesca! Theodorakis invece ha scritto Fiume amaro, il mio più grande successo. Ho fatto un anche un disco di canzoni ebraiche nel ‘68 e per poco non mi hanno arrestata! Però mi sono divertita, ho fatto quello che ho voluto.

Il successo ha mai tolto qualcosa alla tua vita privata?

Qualcosa ho dovuto lasciare: avevo paura a portare mia figlia in aereo e pensavo di far bene, ma poi quando gliene parlai mi disse che in realtà lei piangeva perché io non c’ero. Mia figlia è una donna meravigliosa.

Se negli anni ‘60 abbiamo visto una Iva sanguigna, negli anni ‘70 la tua carriera é caratterizzata dall’impegno e dall’incontro con grandi intellettuali come Giuseppe Ungaretti…

Un uomo dal cuore candido, puro. E’ stato un incontro meraviglioso! Lo incontrai a Salso Maggiore, mi disse che avrebbe voluto recitare per me nel bosco una poesia. Amava Leopardi e mi diceva che io dovevo amare quel poeta e non lui, ma per me era unico.

Un ricordo della tournee teatrale con un altro gigante: Walter Chiari.

Ho fatto sei mesi in tournè e gli devo molto. Un giorno sua mamma mi dice di non andarci a letto. Dopo un po’ di tempo lui ci prova con me e io, che sono ancora una ragazzina, gli dico di no. “Ma mica te lo avrà detto mia mamma!?”,mi  fa lui…

Nel 1978 Playboy ti dedica un servizio molto sexy che fa infuriare tua madre…

Con Playboy ho fatto una cavolata. Erano foto un pò osè e così sequestrai tutte le copie del mio paesino! Mio papà venne a sapere del servizio per Playboy grazie a un amico: per non spaventare la mamma le disse che il servizio fotografico era per Famiglia Cristiana!

Cosa bisogna fare per corteggiarti? E se Daniele Stefani improvvisasse un tango?…

Il tango è la musica più sexy, l’espressione verticale di un desiderio orizzontale. E’ un po’ disdicevole alla mia età, ma mi chiedono se a questa età si fa sesso: certo!  Io sono olimpionica, faccio sesso una volta ogni quattro anni!

Ti senti una donna senza età?

Mi sento anziana, però sono in salute e mi metto il rossetto!

Gli anni ‘90 per te hanno coinciso con una svolta televisiva cominciata con quel Premiatissima, programma di Canale 5, presentato da Johnny Dorelli del 1984.

Dorelli mi disse: “Intrattieni il pubblico!”. Ero uscita senza sapere che stavano registrando. Poi un giorno mi chiama Berlusconi: prima dell’appuntamento in villa a Macherio Johnny Dorelli mi consiglia di “sparare” una cifra esagerata. Una volta entrata, Berlusconi si avvicina al pianoforte e canta La vie en rose: io non so più cosa dirgli e alla fine accetto tutto quello che mi propone!

Cosa ti ha spinto a fare politica? Sei stata tra gli europarlamentari con più presenze: 97% nella legislatura 2009-2014

Mi sono messa in politica per vendicare mio padre. Quando mio padre si candidò nel nostro paese prese solo un voto, il suo! Neanche mia mamma lo aveva votato! Io credo nelle persone, quando mi piaceva Berlusconi ero con lui. Anche lui mi aveva sconsigliato di entrare in politica.

Mi dicono che sei una grande cuoca..

Io sono un’ottima cuoca, ce l’ho nel dna! Però il mio compagno è bravissimo e cucina lui, solo che mi fa sempre la cucina sarda e io non ne posso più!

Iva Zanicchi, rivelazione shock: «Alberto Sordi provò a strapparmi i vestiti di dosso»

La cantante ha scritto un’autobiografia in cui racconta l’episodio risalente al 1970

ROMA – Iva Zanicchi ha fatto una nuova rivelazione shock che coinvolge uno dei mostri sacri del cinema italiano, Alberto Sordi. La cantante, che il prossimo 20 gennaio compirà 80 anni, ha infatti scritto un’autobiografia dal titolo ‘Iva Zanicchi, nata di Luna buona’. Nella fatica letteraria l’Aquila di Ligonchio, come è stata soprannominata anni fa, racconta di quella volta in cui finì a letto con la leggenda dello spettacolo e lui cerco di strapparle i vestiti di dosso.

Nel libro ripercorre quella serata del 1970. Era andata come ospite alla prima del film ‘Il presidente del Borgorosso Football Club’, di cui Sordi era protagonista. Iva alzò un po’ il gomito e non si sa esattamente come si ritrovò in camera da letto con l’Albertone nazionale. «Mi sbattè sul letto, le sue mani cominciarono a palparmi dappertutto. Era in difficoltà col mio vestito, talmente stretto da sembrare una seconda pelle, di lì non si passava…», ha scritto nel testo. A quel punto lui avrebbe detto: «Te lo strappo». Dopo queste parole lei uscì dalla porta e fuggì via.

Ma non finisce qui, perché alcuni anni dopo Sordi le avrebbe telefonato in occasione del suo compleanno. Facendole gli auguri ricordò però proprio quello che era accaduto tra loro. «Zanicchina, non sai che te sei persa! Peggio per te!», le avrebbe detto durante la chiamata, per poi scoppiare nella sua inconfondibile e rumorosissima risata.

Iva Zanicchi presenta il libro “Nata di luna buona”

Zanicchi LUNA 300Dpi

L’autobiografia completa, dall’infanzia a oggi, di uno dei personaggi più amati e popolari della canzone e della televisione italiana. Da quando cantava a squarciagola nella casetta sull’albero a Vaglie di Ligonchio, un puntino isolato sull’Appennino tosco- emiliano lontano da tutto e da tutti, Iva Zanicchi di strada ne ha fatta parecchia e, dopo aver esordito su un palco appena ventenne, non si è più fermata. Castrocaro, Canzonissima, dieci Festival di Sanremo, il Madison Square Garden, la celebre tournée teatrale con Walter Chiari, Ok il prezzo è giusto!: Iva ha lasciato un segno indelebile nella storia dello spettacolo e della canzone. E da Alberto Sordi a Marcello Mastroianni, da Federico Fellini a Giuseppe Ungaretti, Mina e Giorgio Gaber, la sua carriera è costellata di straordinari incontri. Unica donna a vincere per tre volte il Festival, Iva non ha però mai tradito le sue origini ed è rimasta, successo dopo successo, una semplice e genuina ragazza Nata di luna buona. In questo libro racconta per la prima volta tutta la sua vita con lo stile schietto che da sempre la contraddistingue: un viaggio dall’infanzia a oggi attraverso teneri ricordi, divertenti retroscena ed episodi inediti, impreziosito da una galleria fotografica con tanti scatti privati.