CARA RAI, PAOLO MERITAVA DI PIÙ

Presentatore, autore, paroliere. E per lei, amico. Iva Zanicchi ricorda Limiti lanciando una frecciata alla tivù pubblica: «Voleva tantissimo Domenica in e non gliel’hanno mai data».

La musica, la televisione e, più in generale, il mondo dello spettacolo piangono Paolo Limiti, conduttore, paroliere, autore tivù e grandissimo divulgatore di memorie collettive, morto questa mattina 27 giugno a 77 anni (era nato l’8 maggio del 1940) nella sua casa milanese.  A LetteraDonna  Iva Zanicchi che nei primi Anni ’70 da Limiti ricevette in dono brani quali La mia sera, Vendetta eAmarlo: «Va via una persona che ha dato tanto al nostro mondo, alla musica e non soltanto. Pur non frequentandoci moltissimo è sempre stato presente nelle mie cose importanti».

DOMANDA: Ci può fare un esempio?
RISPOSTA: Ce ne sarebbero a centinaia. Ricordo quando misi in scena uno spettacolo molto bello con l’orchestra al Dal Verme di Milano, Una voce per le donne, e lui era in prima fila. Lo è sempre stato ogni volta che ero a teatro.
D: Una persone che stimava anche al di fuori del rapporto professionale.
R: Sì. Le racconto una cosa: ero in tournée a New York e avevo dietro mia figlia di 12 anni che doveva rientrare in Italia perché iniziavano le scuole. Ho trovato Paolo e l’ho affidata a lui che se ne è occupato come un padre, accompagnandola a casa e prendendosi cura di lei. Ecco, c’era questo rapporto di stima infinita.
D: Che cosa ha dato Paolo Limiti alla musica?
R: Una serie infinita di grandi successi, perché ha scritto per tutti. Per Mina, ad esempio, è stato un autore importantissimo. Lo stesso per me. Fece una traduzione da Amazing Grace scrivendo una canzone bellissima, La mia sera, che purtroppo ho cantato poco ma era bellissima, con un testo fantastico.
D: E alla televisione?
R: È stato il primissimo a inventare le lunghe interviste in tivù. Io facevo Ok, il prezzo è giusto? e lui mi chiamò dedicandomi una puntata intera in un programma pomeridiano, mandando in onda vecchi filmati, invitando amici e persino la stilista che aveva disegnato i miei primi vestiti per Sanremo. Quella trasmissione lì, che poi hanno copiato tutti, è ancora imbattuta per record di ascolti.
D: Cosa perde il mondo dello spettacolo con la sua morte?
R: Una persona molto capace e colta, sapeva qualsiasi cosa di musica e di cinema. Mai volgare, educatissimo, ironico, carino: insomma, un grande professionista. Sapeva vedere lontano. Mi scusi se sono un po’ polemica, ma lui ha dato tanto alla televisione italiana, alla Rai in particolare, e l’unico grande rammarico è che non ha ricevuto un granché, anche se di fatto lui non si è mai lamentato.
D: A cosa si riferisce?
R: Per esempio desiderava tantissimo fare Domenica in e non gliel’hanno mai data (se non in co-conduzionenel 2004/05, ndr). Mi dispiace molto perché l’avrebbe meritato davvero. Avrebbe potuto fare tantissime altre cose. D’altronde abbiamo visto in questi ultimi tempi come si è comportata la Rai: o sei schierato in un certo modo o sei fuori.