Iva Zanicchi Cyber Girl

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Una vita da zingara di Iva Zanicchi visto al Teatro Nuovo di Milano

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Uno spettacolo sullo stile dei grandi recital

La potenza vocale, la passione per la musica, la sua presenza scenica, ma principalmente la sua naturale dolcezza ed ironia sono stati gli elementi che hanno caratterizzato la splendida serata di ieri al Teatro Nuovo di Milano, gremito di fan, ma soprattutto di amici dello spettacolo e della Tv che tutti insieme all’unisono si sono uniti in un vero e proprio “viaggio” musicale con protagonista la splendida Iva Zanicchi. Uno spettacolo live emozionante e personale che ha permesso, anche a coloro che non hanno vissuto in prima persona i successi dell’artista, di capirne e viverne le emozioni di quella che è una carriera degna di una grande sovrana della nostra musica.

“Una vita da Zingara” è a tutti gli effetti un “One Iva Show” fondato sulla formula del teatro-canzone che, se da un lato vede Iva proporre i suoi più grandi successi come Testarda io, Zingara, La riva bianca e la riva nera, Io ti darò di più, Come ti vorrei, Un uomo senza tempo, dall’altro riesce sempre a stupire e a divertire il pubblico con ironia, autoironia e sarcasmo, raccontando “saporiti” episodi della propria carriera e della propria vita.

Immancabili anche successi di artisti amici che hanno segnato la sua vita come Charles Aznavour, Fellini, Theodorakis e l’incontro col grande poeta Giuseppe Ungaretti e con lo scultore Piero Manzù. Sul palco Iva è accompagnata, come in tutti i grandi show che si rispettino, da un’orchestra, mentre su un mega schermo passano le immagini più belle della sua vita artistica.

Insomma, “Una vita da zingara” di Iva Zanicchi è un suggestivo percorso tra le pagine più belle e significative della storia della sua canzone e non solo, uno spettacolo imperdibile per chi ama questa grande artista italiana.

 

Iva Zanicchi: “Sempre stata nomade, da piccola sognavo di scappare con il circo”

Al Teatro Nuovo di Milano, dal 16 novembre, con “Una vita da zingara”

Iva Zanicchi sbarca il 16 novembre, per tre serate, al Teatro Nuovo di Milano con “Una vita da zingara“. Un recital intimo e personale in cui l’Aquila di Ligonchio si mette a nudo. “Erano anni che ci pensavo e finalmente ci sono riuscita” ha raccontato a Tgcom24. “Mi piace interagire con il pubblico e dicono sia anche brava a raccontare. E’ un lato di me che non tutti conoscono”.

Il 16 novembre arriva al Teatro Nuovo di Milano “Una Vita da zingara”, che tipo di spettacolo sarà?
Sul palco ci saranno musicisti e due coriste, più altre figure virtuali. Mi piace l’interazione con il pubblico e dicono sia anche brava a raccontare. Un lato di me che non tutti conoscono. Sono e rimango una cantante ma in famiglia abbiamo una certa verve comica, a partire da mia nonna che faceva dei veri show per le altre donne del paese.

Racconta anche gli episodi della sua infanzia. A partire dalla sua nascita, che è molto particolare…
Sì, sono nata a gennaio e c’era un tempo da lupi. Per questo l’ostetrica si rifiutò di assistere mia mamma, che partorì da sola nella stalla. Mi avvolse nel foulard e mi depose nella mangiatoia insieme alla mucca, come Gesù bambino.

E’ stata la sua famiglia a trasmetterle la passione per la musica?
Sì, mia madre aveva una voce meravigliosa, cantava le arie delle opere a casa. Anche la mia bisnonna, dicevano che aveva una voce così potente che attraversasse cinque monti. Invece mio padre era stonatissimo, non aveva orecchio.

Si immaginava che sarebbe diventata una grande cantante?
Mi ricordo quando ascoltai il primo Festival di Sanremo alla radio, mi misi in piedi su una sedia e dissi: ‘Un giorno andrò anche io a Sanremo e vincerò il festival!’. Mia madre mi diede uno sberlone perché si era vergognata. Sono nata in un paesino piccolissimo e isolato, ma lo volevo con tutte le mie forze. E il destino mi ha dato una mano…

Iva Zanicchi si racconta a teatro

Nello spettacolo ripercorre anche i grandi incontri della sua vita…
Il primo incontro straordinario fu la radio con Silvio Gigli, che faceva gareggiare paese contro paese. E’ la prima volta che cantai per radio e Gianni Ravera, ascoltandomi, rimase colpito dalla mia voce e mi invitò a Castrocaro.

Il primo di una lunga serie…
Tantissimi come Giuseppe Ungaretti, Charles Aznavour con cui farò un duetto virtuale e MikÄ«s TheodōrakÄ«s, un grande autore greco imprigionato sotto il regime dei colonnelli. E poi Visconti che ha inserito “Testarda io” nel suo film (Gruppo di famiglia in un interno ndr.).

Si sente ancora una zingara della musica?
Ho avuto una vita nomade, ho fatto tournée in tutto il mondo: Unione Sovietica, Giappone, Australia, America… Da piccola sognavo di scappare con il circo. Mi affascinava l’idea di cambiare posto ogni giorno.

E’ una “nomade” anche sul lavoro, si presta volentieri anche ad esperienze fuori dal campo prettamente musicale
Sono molto curiosa, mi piace sperimentare. “Tu si que Vales” è un programma di grandissimo successo, alterna numeri spettacolari ad altri divertenti. Mi sento molto a mio agio, c’è una squadra meravigliosa!

“UNA VITA DA ZINGARA”: IVA ZANICCHI AL TEATRO NUOVO

Scritto da Iva Zanicchi e Mario Audino con la regia di Paola Galassi, “UNA VITA DA ZINGARA” è uno spettacolo sullo stile dei grandi recital, che stupirà anche chi conosce Iva Zanicchi e la ama da sempre, perché per la prima volta, con questo spettacolo, Iva ha deciso di mettersi a nudo. Dal 16 AL 18 NOVEMBRE 2018 al Teatro Nuovo di Milano (in piazza San Babila) sarà possibile ammirare la cantante in questa bellissima esperienza artistica che è da considerarsi uno “One Woman Show”, uno spettacolo così personale che solo lei può fare e che ripercorre una carriera bellissima.

Si mescolano anche ricordi familiari ormai persi nel tempo e aneddoti inediti di un’Artista che, da sempre proiettata al futuro, non ha mai dimenticato il suo passato: la bisnonna, la bellissima Desolina, suo padre, la guerra, la vita sulle montagne, con i suoi calori e le sue durezze, e poi i primi concerti e il tanto agognato successo.

In uno slalom tra canzoni e racconto, si sviluppa un percorso artistico unico e personalissimo, di una delle prime cantanti italiane che sono andate ad esibirsi in paesi lontani, come la Russia, il Giappone, il sud e il nord America. Un dialogo col pubblico senza intermediazioni, in cui Iva svela gli alti e i bassi della sua vita, tantissimi aneddoti, molti dietro le quinte, e varie vicissitudini, spesso così tragiche da risultare irresistibilmente comiche. Il tutto con la formula del teatro canzone, dove alla parola si alterna la musica, e che musica: i grandi successi come Testarda io, Zingara, La riva bianca e la riva nera, Io ti darò di più, Come ti vorrei, Un uomo senza tempo e tanti altri. Ma anche successi di artisti amici che hanno segnato la sua vita, come Giorgio Gaber, Fabrizio De André, Charles Aznavour, Domenico Modugno e tantissimi altri. E poi i grandi incontri, come quello col grande poeta Giuseppe Ungaretti o con lo scultore Piero Manzù.

Sul palco Iva è accompagnata, come in tutti i grandi show che si rispettino, da un’orchestra, mentre su un mega schermo passano le immagini più belle della sua vita artistica.

Coliandro, Iva Zanicchi. “Sarò un boss spietato e cattivissimo”

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La cantante contro l’ispettore nella nuova serie su Rai Due

di LUCIANO MANZOTTI
eggio Emilia, 14 novembre 2018 – L’aquila di Ligonchio vola sempre più in alto. Mentre con grande successo sta portando in giro nei più importanti teatri italiani “Una vita da zingara”, il suo primo “one Iva Show”, dove accompagnata da una grande orchestra racconta la sua splendida carriera, il prossimo mese sarà tra i protagonisti del musical “Men in Italy” nei panni della titolare di una casa di moda.

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Ma Iva non si ferma un istante e – nel frattempo – duplica la sua presenza in tv: giudice d’onore a “Tu si que vales”, ma anche attrice in un episodio dell’ispettore Coliandro su Raidue (stasera il primo episodio della nuova serie, la Zanicchi sarà protagonista del terzo).

«È tutta colpa di quella bambina che c’è dentro di me. Una bambina che ha ancora voglia di fare, di vedere, di sperimentare», racconta la Zanicchi.

‘Una vita da zingara’ le sta dando un sacco di soddisfazioni.

«E’ lo spettacolo della mia vita. Sono in scena con cinque grandi musicisti, la regia di Paola Galassi, i costumi di Artemio Cabassi. Canto e racconto la mia vita, con molta ironia. Parto dalla mia nascita, avvenuta in modo rocambolesco a Vaglie di Ligonchio, un paese dove non c’era neanche la strada. Mi emoziono ogni volta. A Modena sono venuti a trovarmi anche tanti amici reggiani, Ines Costi, la mia sarta con la sorella, Rocchi, il mio primo maestro di musica. Mi sono commossa».

In questi giorni parte la nuova stagione de ‘L’ispettore Coliandro’, la serie televisiva con Giampaolo Morelli, creata dalla scrittore Carlo Lucarelli e diretta dai Manetti Bros. Lei sarà la protagonista del terzo episodio, in un ruolo per lei inedito. Com’è stata questa esperienza da attrice?

«Sarò cattivissima, proprio io che nella vita sono dolcissima (ride, ndr). Interpreto la moglie di un capo orchestra del liscio, una donna di malaffare che è disposta a tutto».

Com’è stato il suo approccio con il mondo della fiction?

«Anni fa avevo già recitato con la grande Virna Lisi in ‘Caterina e le sue figlie’. Premetto che non mi ritengo una vera e propria attrice, ma è stata un’esperienza molto interessante. Mi hanno chiesto di essere spontanea, naturale. Detto, fatto. Ho recitato d’istinto. Certo che il ruolo della boss spietata, che usa il fucile e la frusta, non era proprio un gioco».

Dove si svolge la storia?

«Abbiamo girato anche in Romagna, perché il mio personaggio è di quelle parti. Inoltre mi ha fatto piacere entrare a far parte di un progetto che è diventato una vera serie cult per moltissime persone».

«Lo racconto anche nel mio spettacolo. Mi chiamava la ‘mia zanicchina’. Trascorsi una settimana a Roma con lui. Alla fine, mi disse che non poteva darmi la parte perché avevo dei tratti troppo aristocratici. Era un grande».

Torniamo al suo ruolo di cantante. Gira voce che lei, dopo essere stata l’unica cantante ad avere trionfato per ben tre volte al Festival di Sanremo, quest’anno abbia espresso il desiderio di tornarci.

«Sono nata artisticamente su quel palco e ci tornerei volentieri. Ho una canzone del grande Luis Bacalov (scomparso recentemente, ndr). Un brano bellissimo, al quale tengo molto. Ancora non so nulla, vedremo».

L’aquila di Ligonchio sarà il 10 dicembre al Ponchielli, ecco come acquistare i biglietti

Iva Zanicchi: ‘Canto la mia vita con tanta ironia’

Iva Zanicchi: 'Canto la mia vita con tanta ironia'

Perché ha definito ‘Una vita da Zingara’ un one Iva show?
«Perchè è incentrato sulla mia vita, raccontata in maniera molto ironica. Raccontata e cantata senza presunzione, senza trionfalismi. Uno spettacolo che ripercorre una carriera artistica lunga 50 anni ma che non dimentica i ricordi familiari: dalla nascita un po rocambolesca perché sono venuta alla luce in una stalla alla bellissima bisnonna Desolina, a mio padre che voleva facessi la magliaia alla vita sulle montagne».

Tante difficoltà prima di emergere…
«Gli esordi risalgono a Carlo Cotica… Ero ragazzotta e volevo cantare, ma a Ligonchio non c’era nessuno a chi rivolgersi. Poi in paese capitò il presentatore Silvio Gigli, così una domenica del 1960 cominciava la mia avventura artistica. Gianni Ravera mi sentì cantare alla radio e mi portò a Castrocaro. Ma quante balere dell’Emilia ho fatto passare… Ho cantato molto e lì ho forgiato la voce. I maestri ti insegnano, certo, la vera scuola però è cantare in mezzo alla gente, nelle feste di di piazza dove devi tirar fuori lacrime e sangue».

Per ‘Una vita da zingara’ ha scelto la formula del teatro canzone.
«Nell’alternanza di parole e musica rivive il mio percorso personale come ho detto e artistico: dalle prime tournée in Giappone e in Russia, in Australia, negli Stati Uniti, persino in Cina sono arrivata. Poi i grandi incontri, come quello col poeta Giuseppe Ungaretti e degli artisti che mi hanno segnato la vita e la carriera dandomi davvero tanto: Edith Piaf, Charles Aznavour con cui farò un duetto virtuale, Modugno, Giorgio Gaber e tanti altri. E poi riproporrò i miei cavalli di battaglia accompagnata da una grande orchestra. Sarà uno spettacolo attraversato dall’ironia, dalla leggerezza: voglio che gli spettatori escano dal Ponchielli sorridendo, con il cuore sereno».

Il prossimo anno Zingara compie cinquant’anni. Le piacerebbe tornare a Sanremo?
«Al Festival voglio bene, gli sono grata per tutto quello che mi ha dato. E’ la sola grande manifestazione che miracolosamente sopravvive. E vorrei tornare per cancellare il brutto ricordo del 2009 quando Benigni offese pesantemente me e la mia famiglia. Ho amato Sanremo come un figlio, tornare sarebbe l’occasione per rinnovare questo amore. E poi avrei anche la canzone giusta… »

Intanto è tornata in tv a Tu sì que vales.
«Un gruppo meraviglioso che lavora in armonia. E il pubblico se ne accorge. Mi trattano da regina, hanno rispetto perchè sono una nonna… ».

Ricordo la promessa ai ragazzi di Magica Musica?
«Un concerto insieme sarebbe davvero meraviglioso. Li aspetto a braccia aperte».

INFORMAZIONI PER LO SPETTACOLO

Biglietti (al prezzo vanno aggiunti i diritti di prevendita)

  • Platea 37 euro
  • Palchi Centrali 30 euro
  • Palchi Laterali 26 euro
  • Galleria Numerata 23 euro
  • Loggione Numerato 20 euro
  • Galleria non numerata 15 euro
  • Loggione non numerato 10 euro

I biglietti sono in vendita alla biglietteria del Teatro Ponchielli con distribuzione delle contromarche alle 10 e apertura della biglietteria alle 10.30. E’ possibile acquistare i biglietti online sui siti: www.ticketone.it e www.vivaticket.it.

Iva Zanicchi a Sanremo con “Una vita da Zingara”: “Torno dove tutto è iniziato”

Il nuovo spettacolo della famosa cantante andrà in scena al teatro Ariston sabato 10 novembre

Sanremo. “L’ironia fa parte della vita. E’ fondamentale per poter fare qualsiasi cosa” – ha detto Iva Zanicchi ai microfoni di R24 Radio. La cantante, attrice e conduttrice televisiva italiana ha infatti svelato, in un’intervista telefonica in diretta, alla conduttrice Giusy Di Martino,alcuni dettagli sullo spettacolo teatrale “Una vita da Zingara” che andrà in scena al teatro Ariston nella città dei fiori sabato 10 novembre, alle 21.15.

Dotata di grande grinta e passionalità, dalla voce quasi tenorile, è considerata il pollice della canzone italiana, ossia una delle cinque personalità musicali e vocali più importanti della musica leggera italiana degli anni sessanta e settanta. “Al momento sto andando a Roma, perché questa sera sono da Chiambretti, alla sua nuova trasmissione in prima serata su Retequattro, #CR4 – La Repubblica delle donne. Sono un’ospite fissa il mercoledì. Mi sto però preparando per venire a Sanremo sabato” – racconta – “Io sono molto legata a Sanremo visto che sono nata lì. La mia prima grande trasmissione l’ho fatta lì. Torno dove tutto è iniziato”. Lo spettacolo di sabato ripercorrerà la sua bellissima carriera: “La mia vita è stata molto movimentata. Ho cantato ovunque. Non sto mai ferma, perciò lo spettacolo parla un po’ della mia vita da nomade”.

Ma è anche uno spettacolo che racconta ricordi familiari ormai persi nel tempo e aneddoti inediti di un’artista che, da sempre proiettata al futuro, non ha mai dimenticato il suo passato: la bisnonna, la bellissima Desolina, suo padre, la guerra, la vita sulle montagne, con i suoi calori e le sue durezze, e poi i primi concerti e il tanto agognato successo. “Racconto la mia vita, da quando sono nata dopo la guerra, gli scontri e gli incontri. Si parlerà anche di sesso in modo ironico. Spero che il pubblico esca poi divertito grazie alle storielle che racconto. Poi canterò una ventina di canzone del mio repertorio ma anche altre cose”.

In uno slalom tra canzoni e racconto, si sviluppa un percorso artistico unico e personalissimo, di una delle prime cantanti italiane che sono andate ad esibirsi in paesi lontani come la Russia, il Giappone, il sud e il nord America. Un dialogo col pubblico senza intermediazioni, in cui Ivasvela gli alti e i bassi della sua vita, tantissimi aneddoti, molti dietro le quinte e varie vicissitudini, spesso così tragiche da risultare irresistibilmente comiche. Il tutto con la formula del teatro canzone, dove alla parola si alterna la musica con i suoi grandi successi come “Testarda io”, “Zingara”, “La riva bianca e la riva nera”, “Io ti darò di più”, “Come ti vorrei”, “Un uomo senza tempo e tanti altri”, ma anche successi di artisti amici che hanno segnato la sua vita, come per esempio Giorgio Gaber, Fabrizio De André, Charles Aznavour, Domenico Modugno.

“Racconto la mia vita e le mie tournée in modo ironico. La prima la feci in America con Morandi dove abbiamo passato molte cose buffe. Ho vissuto anche molte cose serie, come per esempio l’incontro con il grande poetaGiuseppe Ungaretti o con lo scultore Piero Manzù e con gli artisti che mi hanno segnato la vita e la carriera dandomi davvero tanto: Edith Piaf, Charles Aznavour con cui farò un duetto virtuale, Modugno, Giorgio Gaber e tanti altri – dice – Sono dei momenti anche molto riflessivi e toccanti ma spero anche da ridere. Sul palco sarò accompagnata da un’orchestra dal vivo con scenografie molto belle e un mega schermo dove passano le immagini più belle della mia vita artistica. E’ uno spettacolo molto gradevole”. 

Ha vinto più di una volta il Festival di Sanremo, ha fatto teatro, politica e portato la canzone italiana nel mondo. Il suo brano più conosciuto è “Zingara” con il quale si è aggiudicata la diciannovesima edizione del Festival di Sanremo: “Nel 2019 saranno 50 anni che ho vinto il Festival di Sanremo con “Zingara”. E’ una ricorrenza fondamentale. La canzone piace ancora, è ancora giovane. E’ una canzone che rimane attuale. Alcune canzoni rimarranno per sempre, soprattutto quelle di certi cantautori italiani. Prima o poi torneranno fuori perché sono immortali”.

“Il pubblico con me è sempre molto carino e affettuoso – dichiara – Lo vedo con “Tu si que vales”, dove sono sempre accolta con affetto e calore. Fa piacere ed è una cosa primaria sopratutto per questo mestiere”. Oltre all’one Iva show che la cantante e attrice sta portando a teatro, è impegnata anche in altri progetti: “Tra poco uscirà il “Commissario Coliandro” su Rai Due, dove sarò in una puntata. Inoltre uscirà un altro film, che era rimasto nel cassetto, con Paolo Villaggio. La cosa però a cui tengo maggiormente è lo spettacolo che sto portando a teatro perché è la mia vita. Ho ancora tanta voglia di fare. Se Dio mi dà la forza, la salute e la mente ho ancora tanti progetti da realizzare”.

Iva Zanicchi: “Sono pentita di aver fatto politica, ma dovevo vendicare mio padre”.

Iva Zanicchi a tutto campo, dalla musica alla politica. Intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, la cantante ha fatto capire di essere pronta ad andare al Festival di Sanremo: “Quest’anno, saranno 50 anni dalla vittoria di ‘Zingara’ al Festival di Sanremo. Per ora non mi ha contattato nessuno dal Festival, ma aspettiamo, si fa sempre in tempo. Se vado, partecipo alla gara, non mi piace essere ospite. C’è una canzone pronta ed è un pezzo bellissimo. Bacalov prima di morire mi aveva promesso una canzone. Me l’ha mandata, me l’ha scritta ed è emozionante. E’ una bellissima canzone. Forse meriterebbe questa possibilità“.

L’ex parlamentare, poi, ha detto di essersi pentita di aver fatto politica: “Non lo rifarei, anche se ci ho creduto, ho dato l’anima, l’ho fatto con passione e impegno. Ma venendo dal mondo dello spettacolo, non mi prendevano sul serio. E’ difficile essere credibili quando si viene dal mondo dello spettacolo. Devi faticare dieci volte tanto. Per fare una battuta, il primo anno mi chiamavano zingara, il secondo Iva, solo l’ultimo anno anche onorevole. Mi sono impegnata in politica con amore, mi sono pentita di questa scelta, in Italia non ti perdonano, se sei una cantante devi fare la cantante, se sei un politico devi fare il politico”.

Iva Zanicchi, poi, ha svelato un aneddoto: “Ho fatto politica per vendicare mio padre. Era un uomo di poche parole, a Ligonchio, dove sono nata, votavano tutti Dc o Pc. Le donne e i malati votavano Dc perché il prete gli diceva che altrimenti sarebbero andati all’inferno. Gli uomini votavano Pc perché se ne fregavano. Mio padre invece era un social democratico. Gli chiesero di candidarsi, lui provò a rifiutare ma poi accettò la proposta. Prima delle elezioni si mise a contare i voti che avrebbe preso, tra moglie, parenti, e amici. Pensava di arrivare a quindici voti, invece ne prese uno. Uno di numero. Dopo il conteggio elettorale arrivò a casa, prese per il collo mia madre e le disse ‘brutta bestia, nemmeno tu mi hai votato’. Lei gli risposte ‘e ti credo, non vado all’inferno per te”.

Su Salvini: “L’ho conosciuto quando ero europarlamentare. E’ un gran lavoratore, un combattente. E poi non scandalizziamoci. In campagna elettorale ha detto delle cose, ora cerca di attuare ciò che ha promesso ai propri elettori. Io non l’ho votato, ma chi l’ha votato dovrebbe essere felice, prova a realizzare ciò che ha detto. Lasciamolo lavorare, vediamo poi cosa potrà realizzare”.

Iva Zanicchi, quella vita da zingara da Ligonchio al successo: stasera al Michelangelo

Intervista alla cantante al Michelangelo porta uno spettacolo scritto da lei e Mario Audino I duetti con Aznavour e Theodorakis, il primo disco e i dialoghi con il pubblico .

MODENA. A tu per tu con i protagonisti della stagione del teatro Michelangelo di Modena. È l’opportunità che viene offerta ai membri della comunità “Noi Gazzetta di Modena”. Un contatto che avverrà in due modi: attraverso la possibilità di assistere ad alcuni spettacoli con un biglietto gratuito per un posto in platea, oppure con la possibilità di partecipare ad incontri con i protagonisti nelle ore precedenti lo spettacolo. Il debutto di questa serie di incontri avverrà con Iva Zanicchi. Per 20 lettori la possibilità di incontrare la popolare cantante e attrice e dialogare con lei sabato alle 17 al Buonarroti caffè, in via Michelangelo. La sera invece 6 biglietti omaggio per i lettori che potranno così seguire il suo recital. Per prenotare i biglietti, come di consueto, basta essere iscritti alla comunità “Noi Gazzetta” accedere al sito e prenotare il proprio posto nell’apposita sezione eventi.

L’INTERVISTA

“Una vita da zingara” è lo spettacolo di teatro-canzone di Iva Zanicchi in scena al Michelangelo il prossimo 3 novembre alle 21, scritto dalla stessa protagonista e da Mario Audino, per la regia di Paola Galassi.

Nello spettacolo Iva racconta ricordi familiari ormai persi nel tempo e aneddoti inediti di un’Artista che, da sempre proiettata nel futuro, non ha mai dimenticato il suo passato.

Porterai al Michelangelo uno show personale? 

«Nello spettacolo racconto una vita che accomuna tante persone. Sono nata in tempo di guerra e racconto la mia infanzia, in modo leggero. Racconto gli inizi che sono stati duri ma anche buffi, gli incontri-scontri, le mie tournée, sempre in modo ironico e mai trionfalistico. Non posso non parlare degli incontri straordinari con Theodorakis, Aznavour con cui ho fatto un duetto e lo ripropongo in modo virtuale. Interagisco con una bambina che sono io, con il mio primo discografico, con il sindaco di Ligonchio quando gli arriva una lettera da Gianni Ravera».

Uno spettacolo che somigli al teatro-canzone. 

«Ho sempre desiderato fare questo tipo di spettacolo. Quando tenevo i miei concerti, o le mie serate come si chiamavano una volta, amavo dialogare con il pubblico e raccontare storielle, ma anche qualche barzelletta spinta. È una commedia cantata. In America questo tipo di spettacolo viene chiamato One Woman Show».

Lo hai scritto insieme a Mario Audino? 

«È un bravissimo autore ma questa è la mia vita e la racconto a modo mio. Dovrebbe uscire anche un libro. Mario mi ha dato una mano, ma sono cose talmente personali che non leggo neppure il copione».

È vero che la tua canzone di lancio è stata “Come ti vorrei”? 

«Ero disperata perché non riuscivo a trovare una canzone giusta, ero giovane e nessuno mi aiutava. Quando l’ho trovata me ne sono innamorata subito. È un blues di Solomon Burke. Quando cantavo alla Capannina gratis, il disco era inserito in alcuni juke-box. Maurizio Vandelli poi mi disse che la suonavano anche in Romagna, ma ai discografici non risultava. Tornando alla stazione sentii un signore che la fischiettava. Era la strada giusta».

Parlando di Iva Zanicchi non si può non parlare di Sanremo. Sei l’unica donna ad aver vinto tre edizioni della manifestazione

«Sono cose che racconto anche in teatro e canterò Sanremo. A parte le mie tre vittorie al festival ho sempre portato belle canzoni e le canto nel mio show».

C’è un brano

a cui sei più legata? 

«Ce ne sono tanti. “Come ti vorrei” però mi ricorda gli inizi ma anche la mia gioventù. È una canzone molto amata anche dai musicisti». —