Iva Zanicchi Cyber Girl

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Iva Zanicchi, quella vita da zingara da Ligonchio al successo: stasera al Michelangelo

Intervista alla cantante al Michelangelo porta uno spettacolo scritto da lei e Mario Audino I duetti con Aznavour e Theodorakis, il primo disco e i dialoghi con il pubblico .

MODENA. A tu per tu con i protagonisti della stagione del teatro Michelangelo di Modena. È l’opportunità che viene offerta ai membri della comunità “Noi Gazzetta di Modena”. Un contatto che avverrà in due modi: attraverso la possibilità di assistere ad alcuni spettacoli con un biglietto gratuito per un posto in platea, oppure con la possibilità di partecipare ad incontri con i protagonisti nelle ore precedenti lo spettacolo. Il debutto di questa serie di incontri avverrà con Iva Zanicchi. Per 20 lettori la possibilità di incontrare la popolare cantante e attrice e dialogare con lei sabato alle 17 al Buonarroti caffè, in via Michelangelo. La sera invece 6 biglietti omaggio per i lettori che potranno così seguire il suo recital. Per prenotare i biglietti, come di consueto, basta essere iscritti alla comunità “Noi Gazzetta” accedere al sito e prenotare il proprio posto nell’apposita sezione eventi.

L’INTERVISTA

“Una vita da zingara” è lo spettacolo di teatro-canzone di Iva Zanicchi in scena al Michelangelo il prossimo 3 novembre alle 21, scritto dalla stessa protagonista e da Mario Audino, per la regia di Paola Galassi.

Nello spettacolo Iva racconta ricordi familiari ormai persi nel tempo e aneddoti inediti di un’Artista che, da sempre proiettata nel futuro, non ha mai dimenticato il suo passato.

Porterai al Michelangelo uno show personale? 

«Nello spettacolo racconto una vita che accomuna tante persone. Sono nata in tempo di guerra e racconto la mia infanzia, in modo leggero. Racconto gli inizi che sono stati duri ma anche buffi, gli incontri-scontri, le mie tournée, sempre in modo ironico e mai trionfalistico. Non posso non parlare degli incontri straordinari con Theodorakis, Aznavour con cui ho fatto un duetto e lo ripropongo in modo virtuale. Interagisco con una bambina che sono io, con il mio primo discografico, con il sindaco di Ligonchio quando gli arriva una lettera da Gianni Ravera».

Uno spettacolo che somigli al teatro-canzone. 

«Ho sempre desiderato fare questo tipo di spettacolo. Quando tenevo i miei concerti, o le mie serate come si chiamavano una volta, amavo dialogare con il pubblico e raccontare storielle, ma anche qualche barzelletta spinta. È una commedia cantata. In America questo tipo di spettacolo viene chiamato One Woman Show».

Lo hai scritto insieme a Mario Audino? 

«È un bravissimo autore ma questa è la mia vita e la racconto a modo mio. Dovrebbe uscire anche un libro. Mario mi ha dato una mano, ma sono cose talmente personali che non leggo neppure il copione».

È vero che la tua canzone di lancio è stata “Come ti vorrei”? 

«Ero disperata perché non riuscivo a trovare una canzone giusta, ero giovane e nessuno mi aiutava. Quando l’ho trovata me ne sono innamorata subito. È un blues di Solomon Burke. Quando cantavo alla Capannina gratis, il disco era inserito in alcuni juke-box. Maurizio Vandelli poi mi disse che la suonavano anche in Romagna, ma ai discografici non risultava. Tornando alla stazione sentii un signore che la fischiettava. Era la strada giusta».

Parlando di Iva Zanicchi non si può non parlare di Sanremo. Sei l’unica donna ad aver vinto tre edizioni della manifestazione

«Sono cose che racconto anche in teatro e canterò Sanremo. A parte le mie tre vittorie al festival ho sempre portato belle canzoni e le canto nel mio show».

C’è un brano

a cui sei più legata? 

«Ce ne sono tanti. “Come ti vorrei” però mi ricorda gli inizi ma anche la mia gioventù. È una canzone molto amata anche dai musicisti». —

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