Iva Zanicchi Cyber Girl

Il sito del fan-club di Iva Zanicchi

Iva Zanicchi Cyber Girl

Iva Zanicchi: “A letto sono ‘olimpionica’. Mio marito è un uomo sessualmente molto potente”

Iva Zanicchi: “A letto sono ‘olimpionica’. Mio marito è un uomo sessualmente molto potente”

“Mio marito? Ha dieci anni meno di me, è un uomo sessualmente molto potente”. A rivelarlo è una scatenata Iva Zanicchi che, intervenendo ai microfoni di Un Giorno da Pecora su Rai Radio1, ha parlato della sua vita sessuale, confessando di avere un rapporto particolare con il sesso. “Io sono sana e sono ‘olimpionica’: ne faccio una ogni quattro anni”, ha detto la cantante. E come fa suo marito?, le hanno chiesto quindi i conduttori. “Io lo spingo quasi a cercarle fuori, tanto non sono gelosa, visto che lui è giovane e forte. E come se io fossi una mamma, diciamo…”.

LA RIVELAZIONE

“Lui ha dieci anni meno di me ed è un uomo sessualmente molto potente”
(archivio l unione sarda)
(Archivio L’Unione Sarda)

Iva Zanicchi ci ha abituati a dichiarazioni un po’ sopra le righe, ma questa volta ha sorpreso davvero tutti.

Come? Rivelando con calma olimpica di spingere il compagno Fausto Pinna ad andare a letto con altre donne, visto che lei non è più molto attiva sessualmente.

“Il mio compagno ha dieci anni meno di me, è un uomo sessualmente molto potente”, ha detto l’Aquila di Ligonchio alla trasmissione radio “Un giorno da pecora”.

“Io sono sana e olimpionica – ha ironizzato – ne faccio una ogni quattro anni”. Per poi rivelare: “Lo spingo a cercarle fuori, tanto non sono gelosa, visto che lui è giovane e forte. È come se fossi una mamma”, ha aggiunto.

Iva Zanicchi a gennaio compirà 80 anni. La storia con Fausto Pinna va avanti da 33 anni: i due non si sono mai sposati ma si chiamano marito e moglie.

Sanremo 2020, Iva Zanicchi: “Non mi vogliono, una persona potente non vuole farmi partecipare”

Iva Zanicchi, ospite della trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”, ha rilasciato delle dichiarazioni piuttosto spiazzanti sulla sua ipotetica partecipazione al Festival di Sanremo, dicendo di essere stata costretta a non andarci da una persona piuttosto influente che gravita attorno all’evento più atteso della tv.
           Sanremo 2020 è alle porte e c’è sempre più curiosità sui nomi di coloro che parteciperanno al Festival della canzone italiana. Tanti i nominativi che emergono in queste settimane, a parlare della partecipazione all’evento più atteso della televisione, che si consumerà nelle canoniche cinque serate, ai microfoni di “Un giorno da Pecora” è la mitica Iva Zanicchi. Iva Zanicchi non andrà a Sanremo Ospite di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, nella trasmissione emessa da Radio 1, “Un giorno da pecora” è stata Iva Zanicchi, uno dei personaggi più amati della televisione italiana. Nonostante la Zanicchi abbia iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come cantante e ricordiamo perfettamente alcuni brani che rientrano nel repertorio delle canzoni più famose di sempre, il suo ruolo nel contesto televisivo è cresciuto sempre di più nel corso degli anni. Intervistata dal duo che, come gli appassionati della trasmissione sapranno, non si lascia sfuggire l’opportunità di fare delle domande piuttosto scomode, Iva Zanicchi affronta la delicata questione relativa alla sua ipotetica partecipazione al Festival di Sanremo, rilasciando delle dichiarazioni che lasciano emergere dei retroscena al quanto preoccupanti:
A Sanremo? Non ci vado, non ci posso andare, non mi vogliono. No, macché, Amadeus è un angelo, se lo merita Sanremo, è bravissimo, conosce la musica, lavora in Rai da mille anni: merita di fare Sanremo. Non parlo assolutamente di lui. Mi riferisco ad una persona, la quale ha detto chiaramente che per andare a Sanremo dovrei passare sul suo cadavere. Io auguro bene a tutti  e quindi non vado a Sanremo. È uno che ha potere a Sanremo. Lui se è all’ascolto lo sa, e si dovrebbe vergognare…

Iva Zanicchi: “Solidarietà alla gente di Bibbiano”. VIDEO

La popolare artista ha presentato a Reggio il libro autobiografico “Nata di luna buona”: “Sto male quanto sento certe cattiverie, non si può demonizzare l’intero territorio popolato da gente onesta”

REGGIO EMILIA – Castrocaro, Canzonissima, dieci partecipazioni al Festival di Sanremo vinto per tre volte, e ancora il Madison Square Garden, la celebre tournée teatrale con Walter Chiari, e poi la tv con Ok il prezzo è giusto! Una carriera lunghissima e ricca di soddisfazioni attraverso la quale Iva Zanicchi ha lasciato un segno indelebile nella storia dello spettacolo e della canzone. Un cammino nato da ragazzina quando cantava a squarciagola nella casetta sull’albero a Vaglie di Ligonchio. Da lì di strada ne ha fatto davvero tanta.

Un cammino che l’artista oggi 79enne ha ripercorso nel libro autobiografico intitolato “Nata di Luna Buona” e uscito da pochi giorni.

Il volume è stato presentato a Reggio all’Auditorium Credem. Un’occasione nella quale la popolare cantante ha parlato del legame forte con la terra reggiana, descrivendo anche con rabbia il fango gettato su Bibbiano e tutta la comunità locale: “Sto male quando sento le cattiverie su Bibbiano, non si può demonizzare così un’intero territorio popolato da tanta gente onesta e per bene”.

La Zanicchi ha anche annunciato l’intenzione di recarsi presto nel paese della Val d’Enza: “Andrò a Bibbiano, voglio parlare con la gente, entrare nei bar, esprimere solidarietà alla comunità’.

La popolare artista ha anche svolto attività politica: è stata europarlamentare tra il 2009 e il 2014, eletta nelle file del Popolo della Libertà.

IVA ZANICCHI Nata di luna buona (Ed. Rizzoli) al teatro D. fabbri di Forlì

Rassegna di INCONTRI, Sabato 9 novembre 2019 ore 18. Presentazione realizzata in collaborazione con Libreria UBIK Forlì

Bologna, 07/11/2019 (informazione.it – comunicati stampa – editoria e media)Sabato 9 novembre 2019 ore 18

//

IVA ZANICCHI

Nata di luna buona

(Ed. Rizzoli)

presentazione realizzata in collaborazione con Libreria UBIK Forlì

conduce l’Incontro Marco Viroli.

IVA ZANICCHI Nata di luna buona (Ed. Rizzoli) al teatro D. fabbri di Forlì

La rassegna di INCONTRI organizzata da Accademia Perduta/Romagna Teatri in collaborazione con Benso al Ridotto del Teatro Diego Fabbri di Forlì (via Dall’Aste), prenderà il via sabato 9 novembre alle ore 18 con Iva Zanicchi e la presentazione del suo nuovo libro autobiografico Nata di luna buona (ed. Rizzoli).

La presentazione, organizzata in collaborazione con la Libreria Ubik di Forlì, sarà condotta da Marco Viroli.

Nata di luna buona è l’autobiografia completa, dall’infanzia a oggi, di uno dei personaggi più amati e popolari della canzone e della televisione italiana, Iva Zanicchi.

“Che avessi una bella voce me lo dicevano tutti – racconta Iva Zanicchi – cantavo nell’osteria della nonna, facevo il contralto in un coro di alpini, cantavo in chiesa, in occasione di battesimi e persino di funerali: volevo sempre cantare e non sapevo come fare. Mio papà, che non era tanto contento di quella mia passione, mi aveva costruito una piccola casetta su un albero vicino casa e mi mandava lì a esprimermi pur di non sentirmi”. Da quando cantava a squarciagola nella casetta sull’albero a Vaglie di Ligonchio, un puntino isolato sull’Appennino tosco – emiliano lontano da tutto e da tutti, Iva Zanicchi di strada ne ha fatta parecchia e, dopo aver esordito su un palco appena ventenne, non si è più fermata. Castrocaro, Canzonissima, dieci Festival di Sanremo (unica donna ad averne vinti tre), il Madison Square Garden, la celebre tournée teatrale con Walter Chiari: Iva ha lasciato un segno indelebile nella storia dello spettacolo e della canzone. Da Alberto Sordi a Marcello Mastroianni, da Federico Fellini a Giuseppe Ungaretti, Mina e Giorgio Gaber, la sua carriera è costellata di straordinari incontri. Iva non ha però mai tradito le sue origini ed è rimasta, successo dopo successo, una semplice e genuina ragazza Nata di luna buona. In questo libro racconta per la prima volta tutta la sua vita con lo stile schietto che da sempre la contraddistingue: un viaggio dall’infanzia a oggi attraverso teneri ricordi, divertenti retroscena ed episodi inediti, impreziosito da una galleria fotografica con tanti scatti privati.

L’ingresso all’Incontro è gratuito fino a esaurimento posti.

Info: 0543 26355 – accademiaperduta.it

Iva Zanicchi: “Quella poesia che Ungaretti recitò nel bosco per me….”

fonte Facebook official

Bella, affascinante, genuina e tagliente: quando pronunci il suo nome è come se dicessi “L’Italia”. Cantava nell’osteria della nonna, faceva il contralto con gli Alpini. Ha vinto tre Festival di Sanremo, ha incantato milioni di persone dall’Italia al Cile, dalla Spagna al Madison Square Garden di New York. Al Mondadori OFF un mito: Iva Zanicchi.

Benvenuta iva nell’unico salotto non radical chic d’Italia. Siamo onorati di avere nostra ospite un mito dello spettacolo italiano come te. Questo libro autobiografico, Nata di luna buona (Rizzoli), uscito da pochi giorni, sta andando alla grande. C’é tutta la tua straordinaria carriera e la tua vita “inimitabile”, per dirla alla d’Annunzio. Cosa significa essere nata di luna buona?

E’ una frase del mio bisnonno Lorenzo: sono nata per terza e il mio papà voleva un maschio per via dell’eredità – sai che eredità! E così non mi volle vedere per tre giorni. Sono nata in in stalla, nevicava e l’ostetrica si era rifiutata di aiutare mia mamma Elsa: lei era nella stalla per mungere la vacca Nerina e io sono nata proprio lì! La mamma mi avvolse nel foulard e mi mise nella mangiatoia:
era disperata perché ero femmina!, ma il bisnonno Lorenzo mi guardò e disse: “E’ nata di giovedì e di luna buona!“

Cantavi già quando eri nella pancia di tua madre: é vero che tuo padre ti costruì una casetta di legno su un albero affinché potessi dare sfogo alle tue doti canore?

Mio papà aveva una grande manualità e siccome non voleva sentirmi cantare, mi costruì questa casetta: io salivo e cantavo. Avevo una voce che mi sentivano a distanza nella valle. Cantavo con gli Alpini nell’osteria della nonna ed ero l’unica donna che potesse entrare. Anche la maestra diceva che cantavo bene e quando fui mandata in colonia (ero magrissima!) la direttrice mi disse: “canta per tutti i bambini!”. Ero timida e non sapevo cosa cantare: attaccai con la montanara, poi con la smortina, ma siccome a fine canzone morivano tutti, non mi fece più cantare!

Ligonchio, questo puntino isolato sull’Appennino tosco-emiliano, quanto ha segnato la tua vita e la tua carriera?

Piccolissimo il mio paesino: a Vaglie, dove sono nata, d’inverno non c’è nessuno e lo “chiudono”, lo riaprono in estate con i gerani sui balconi. Quando sono nata io non c’era neanche la strada, c’era solo la chiesa con un prete bellissimo, messo “in castigo” perché andava con le donne. I vagliesi si autogestivano, organizzavano i matrimoni, c’era l’ostetrica e tutte le cose utili per un paese. Erano tutti poveri, ma avevano ognuno un orticello e quando morivano lasciavano tutto al prete, perché altrimenti sarebbero finiti all’inferno. Ma mio nonno li convinse a non lasciare nulla al prete sporcaccione!

Sei cresciuta in piena guerra, tra l’occupazione nazista e le prepotenze di alcuni partigiani: nel libro parli del partigiano “Lupo”, un farabutto uscito dalle galere di Modena…

Io lo dico sempre: grande merito alla Resistenza, però questo Lupo era un delinquente; in Emilia sono passati settant’anni e alcune cose non si possono dire, però questo qua aveva fatto del male a tanti, l’ho scritto nel libro (anche se il mio non è un libro politico). Avevamo più paura di lui e del suo gruppo che dei nazisti, ha fatto tante atrocità e si deve sapere.

Con le tue sorelle tenevi il quaderno degli attori e cantanti preferiti: su questo quaderno c’era una foto autografata di Achille Togliani, che qualche anno dopo divenne il padrino del Concorso di Castrocaro, che lanciò la tua straordinaria carriera: come fu il tuo inizio?

Finita la serata del concorso arriva Gigi Vesigna e mi dice: “oh bambina, ci vediamo a Sanremo! Ravera ha detto che vinci tu!“. Io perdo la voce e la sera anzichè cantare “abbaio” e  arrivo quarta. Andai a Milano per fare un disco: presi il treno da sola, all’epoca era come andare sulla Luna! Mio papà mi preparò una bellissima valigia di cartone e feci tutto il viaggio con la testa fuori dal finestrino, così persi la voce un’altra volta: arrivai dal discografico senza voce!

La tua voce “nera” colpì i discografici della nuova etichetta, con cui hai inciso la tua prima canzone di successo, Come ti vorrei.

La casa discografica si chiamava Rifi:  c’era Mina e..sì, ero gelosa! Quando arrivai, lei era una star.

La canzone con la quale vinci il tuo primo Festival di Sanremo nel 1967 in coppia con Claudio Villa è Non pensare a me . Hai partecipato a dieci festival e ne hai vinti tre: qual è il ricordo più bello di Sanremo? E quello più brutto?

Il più bello è Zingara con Bobby Solo: ero giovane e i discografici ci avevano applaudito subito. Il ricordo più brutto è invece è proprio nel 1967, in quell’anno in cui morì Tenco. Pensavo che chiudessero il Festival, mi sembrava inconcepibile continuare il festival ero dietro le quinte e singhiozzavo, mi sembrava talmente atroce gioire per la vittoria in un momento così.

Per te hanno scritto in tanti, da Battisti e Paolo Conte a Umberto Bindi e Shel Shapiro e Cristiano Malgioglio: ma chi é l’autore al quale devi di più?

Un giorno Battisti chiama il mio discografico: vuole fare una canzone con me. Stiamo insieme una settimana: bene, l’unica brutta canzone scritta da Mogol e Battisti è quella! Anche Paolo Conte me ne scrisse una, un blues, ma era una cagata pazzesca! Theodorakis invece ha scritto Fiume amaro, il mio più grande successo. Ho fatto un anche un disco di canzoni ebraiche nel ‘68 e per poco non mi hanno arrestata! Però mi sono divertita, ho fatto quello che ho voluto.

Il successo ha mai tolto qualcosa alla tua vita privata?

Qualcosa ho dovuto lasciare: avevo paura a portare mia figlia in aereo e pensavo di far bene, ma poi quando gliene parlai mi disse che in realtà lei piangeva perché io non c’ero. Mia figlia è una donna meravigliosa.

Se negli anni ‘60 abbiamo visto una Iva sanguigna, negli anni ‘70 la tua carriera é caratterizzata dall’impegno e dall’incontro con grandi intellettuali come Giuseppe Ungaretti…

Un uomo dal cuore candido, puro. E’ stato un incontro meraviglioso! Lo incontrai a Salso Maggiore, mi disse che avrebbe voluto recitare per me nel bosco una poesia. Amava Leopardi e mi diceva che io dovevo amare quel poeta e non lui, ma per me era unico.

Un ricordo della tournee teatrale con un altro gigante: Walter Chiari.

Ho fatto sei mesi in tournè e gli devo molto. Un giorno sua mamma mi dice di non andarci a letto. Dopo un po’ di tempo lui ci prova con me e io, che sono ancora una ragazzina, gli dico di no. “Ma mica te lo avrà detto mia mamma!?”,mi  fa lui…

Nel 1978 Playboy ti dedica un servizio molto sexy che fa infuriare tua madre…

Con Playboy ho fatto una cavolata. Erano foto un pò osè e così sequestrai tutte le copie del mio paesino! Mio papà venne a sapere del servizio per Playboy grazie a un amico: per non spaventare la mamma le disse che il servizio fotografico era per Famiglia Cristiana!

Cosa bisogna fare per corteggiarti? E se Daniele Stefani improvvisasse un tango?…

Il tango è la musica più sexy, l’espressione verticale di un desiderio orizzontale. E’ un po’ disdicevole alla mia età, ma mi chiedono se a questa età si fa sesso: certo!  Io sono olimpionica, faccio sesso una volta ogni quattro anni!

Ti senti una donna senza età?

Mi sento anziana, però sono in salute e mi metto il rossetto!

Gli anni ‘90 per te hanno coinciso con una svolta televisiva cominciata con quel Premiatissima, programma di Canale 5, presentato da Johnny Dorelli del 1984.

Dorelli mi disse: “Intrattieni il pubblico!”. Ero uscita senza sapere che stavano registrando. Poi un giorno mi chiama Berlusconi: prima dell’appuntamento in villa a Macherio Johnny Dorelli mi consiglia di “sparare” una cifra esagerata. Una volta entrata, Berlusconi si avvicina al pianoforte e canta La vie en rose: io non so più cosa dirgli e alla fine accetto tutto quello che mi propone!

Cosa ti ha spinto a fare politica? Sei stata tra gli europarlamentari con più presenze: 97% nella legislatura 2009-2014

Mi sono messa in politica per vendicare mio padre. Quando mio padre si candidò nel nostro paese prese solo un voto, il suo! Neanche mia mamma lo aveva votato! Io credo nelle persone, quando mi piaceva Berlusconi ero con lui. Anche lui mi aveva sconsigliato di entrare in politica.

Mi dicono che sei una grande cuoca..

Io sono un’ottima cuoca, ce l’ho nel dna! Però il mio compagno è bravissimo e cucina lui, solo che mi fa sempre la cucina sarda e io non ne posso più!

Iva Zanicchi, rivelazione shock: «Alberto Sordi provò a strapparmi i vestiti di dosso»

La cantante ha scritto un’autobiografia in cui racconta l’episodio risalente al 1970

ROMA – Iva Zanicchi ha fatto una nuova rivelazione shock che coinvolge uno dei mostri sacri del cinema italiano, Alberto Sordi. La cantante, che il prossimo 20 gennaio compirà 80 anni, ha infatti scritto un’autobiografia dal titolo ‘Iva Zanicchi, nata di Luna buona’. Nella fatica letteraria l’Aquila di Ligonchio, come è stata soprannominata anni fa, racconta di quella volta in cui finì a letto con la leggenda dello spettacolo e lui cerco di strapparle i vestiti di dosso.

Nel libro ripercorre quella serata del 1970. Era andata come ospite alla prima del film ‘Il presidente del Borgorosso Football Club’, di cui Sordi era protagonista. Iva alzò un po’ il gomito e non si sa esattamente come si ritrovò in camera da letto con l’Albertone nazionale. «Mi sbattè sul letto, le sue mani cominciarono a palparmi dappertutto. Era in difficoltà col mio vestito, talmente stretto da sembrare una seconda pelle, di lì non si passava…», ha scritto nel testo. A quel punto lui avrebbe detto: «Te lo strappo». Dopo queste parole lei uscì dalla porta e fuggì via.

Ma non finisce qui, perché alcuni anni dopo Sordi le avrebbe telefonato in occasione del suo compleanno. Facendole gli auguri ricordò però proprio quello che era accaduto tra loro. «Zanicchina, non sai che te sei persa! Peggio per te!», le avrebbe detto durante la chiamata, per poi scoppiare nella sua inconfondibile e rumorosissima risata.

Iva Zanicchi: “Mina non mi voleva in tv, Sordi ci provò ma dissi no”

In una intervista a Tv Sorrisi e Canzoni, Iva Zanicchi parla del suo libro autobiografico e rivela alcuni aneddoti su due mostri sacri dello spettacolo: “Mina non mi voleva a Studio Uno e Alberto Sordi ci provò con me ma lo respinsi”

Intervistata da Tv Sorrisi e Canzoni in occasione dell’uscita della suo libro autobiografico, “Nata di luna buona”, Iva Zanicchi racconta alcuni aneddoti a proposito di due mostri sacri dello spettacolo italiano, Mina e Alberto Sordi.

Dalle pagine del settimanale diretto da Aldo Vitali, viene chiesto conto a Iva Zanicchi della tanto chiacchierata rivalità con Mina. Iva non si tira indietro e spiega: “Eravamo seguite dalla stessa etichetta ma lei era la star“. “D’altra parte era sempre a Studio Uno, chi non sarebbe diventato famoso?”, aggiunge sferzante.

Iva Zanicchi non ha peli sulla lingua e racconta di quando la “Tigre di Cremona” – a suo dire – tentò di metterle i bastoni tra le ruote: “E pensare che quando mi hanno proposto di apparire il sabato sera lei ha annullato una tournée all’estero minacciando di lasciare la casa discografica”. E poi aggiunge caustica: “Se si arrabbia chi se ne frega!”. “Mina non lo ammetterà mai che è stata lei a non volermi a “Studio Uno”, io invece posso dirlo”, aggiunge categorica.

Per una Mina che non sembrava apprezzarla molto, c’era un Alberto Sordi che, invece, pareva gradire particolarmente Iva Zanicchi. A proposito del grande attore romano, la signora di “Ok, il prezzo è giusto!” confessa: “Alberto Sordi ci provò ma lo respinsi. Non perché fossi virtuosa, ma perché ero sposata da poco ed ero diventata mamma”. “Poi mi sono pentita – continua sarcastica Iva – ma lui non mi convinceva anche se mi ha fatto una corte serrata”.

Il ricordo di questo corteggiamento è l’occasione per fare un confronto con i rapporti odierni: “Il corteggiamento era importantissimo, durava mesi. Ora si arriva subito al sodo”. “Per me è inconcepibile, penso che questi giovani perdano tantissimo. Poi è chiaro che i matrimoni si sfasciano”, conclude perentoria.

Iva a Verissimo

Iva Zanicchi è una splendida interprete, ma ancor di più una sopraffina racconta storie, quella della sua vita. A “Verissimo”, battute e retroscena: “Ho mandato a fan**lo Gina Lollobrigida e ho detto no ad Alberto Sordi”.

Iva Zanicchi entra, si siede, lo spacco del vestito si apre e fredda Silvia Toffanin: “Si vede la farfallina? Mah, che vuoi… più che una farfallina è un’aquilona ormai”. Si parte con il piede sull’acceleratore del salace. Ricorda di essere venuta al mondo in maniera tribolata: “Non mi voleva nessuno, ero la terza femmina, mio papà voleva il maschio per lasciare l’eredità e invece sono nata io, per tre giorni si è rifiutato di vedermi. Nemmeno in paese mi volevano perché mio padre Zefiro aveva promesso da bere se fosse nato un maschio. Sono nata in una stalla, era freddo, mia mamma era andata ad accudire le mucche, sono nata vicino a Nerina che era una gran vacca! Quando mio nonno venne a vedermi, la mamma disse è nata un’altra bimba e per di più bruttina! e lui invece urlò no è giovedì, è nata di luna buona”.

La Toffanin ride di gusto, la narrazione della Zanicchi è verace e spontanea. Correvano altri tempi quando si prese uno schiaffo dalla mamma: “A scuola la maestra mi fece cantare a cappella per la prima volta, io tutta felice andai a casa e dissi ‘ho cantato CON la cappella… pa’, mia mamma mi diede uno schiaffo. E poi aggiunse ‘tu devi cantare solo con l’organo del prete”. Iva Zanicchi è come Ornella Vanoni: hanno trovato la chiave di una nuova giovinezza nell’ironia e nel linguaggio pungente e schietto. La cantante non risparmia neppure i colleghi: “Orietta Berti? Le voglio bene, dice che abbiamo vinto lo stesso concorso, siamo arrivate tutte e due prime, ma io ho una coppa alta così e lei una medaglietta piccola cosi! Alberto Sordi? Mi corteggiò, ma io mi spaventai e partì, quando sono tornata, mi dispiaceva aver fatto la figura della provinciale, d’altra parte se uno non gliela vuol dare non gliela dà… e lui mi disse ‘non sai che cosa ti sei persa!’”.

Simpatico il racconto su Gina Lollobrigida: “Me ne ha fatte talmente tante che l’ho mandata a fan**lo! Eravamo andate in Cile insieme in rappresentanza dell’Italia, lei era una diva e io ero in classifica. Un viaggio terribile, io uscì stanca e con la fiatella perché avevo bevuto per superare il volo, lei si fece aspettare venti minuti, poi comparve sulla scaletta in abito di organza rosa con la pelliccia lunga fino ai piedi. C’erano 40 gradi. In albergo avevamo due suite una davanti all’altra e la mattina successiva le cameriere ci portarono la colazione. Da quelle parti sono abbondanti, io spazzolai tutto il vassoio e chiesi pure due uova strapazzate con il bacon. Ora, vai a sapere che le cameriere raccontavano tutto ai giornali… così io ero semplice e alla mano e avevo mangiato come un scaricatore di porto… scrissero pure ‘ha chiesto in aggiunta uova e bacon’, mentre Gina non aveva aperto la porta, si era fatta intravedere di spalle in vestaglia nera e aveva preso solo caffè con succo d’arancia! Capito?!”.

Il ricordo prosegue: “Dovevamo andare a una manifestazione ippica e lei mi disse che voleva andarci con me e stare in mia compagnia, io ero lusingata, chiamai mia mamma: sai che sono diventata amica della Lollo? e lei ora si che sei arrivata. Scesi nella hall ma lei era già andata via, non me la presi… era una diva… poi all’evento ci chiesero di fare una foto insieme e disse di no, si rifiutò… compresi di nuovo… andò avanti così per una settimana… finché non l’ho mandata a quel paese”. Come è finita l’intervista? Silvia Toffanin una di noi: ha chiesto alla sua ospite di tornare per concludere il melodramma cileno.

Iva Zanicchi presenta il libro “Nata di luna buona”

Zanicchi LUNA 300Dpi

L’autobiografia completa, dall’infanzia a oggi, di uno dei personaggi più amati e popolari della canzone e della televisione italiana. Da quando cantava a squarciagola nella casetta sull’albero a Vaglie di Ligonchio, un puntino isolato sull’Appennino tosco- emiliano lontano da tutto e da tutti, Iva Zanicchi di strada ne ha fatta parecchia e, dopo aver esordito su un palco appena ventenne, non si è più fermata. Castrocaro, Canzonissima, dieci Festival di Sanremo, il Madison Square Garden, la celebre tournée teatrale con Walter Chiari, Ok il prezzo è giusto!: Iva ha lasciato un segno indelebile nella storia dello spettacolo e della canzone. E da Alberto Sordi a Marcello Mastroianni, da Federico Fellini a Giuseppe Ungaretti, Mina e Giorgio Gaber, la sua carriera è costellata di straordinari incontri. Unica donna a vincere per tre volte il Festival, Iva non ha però mai tradito le sue origini ed è rimasta, successo dopo successo, una semplice e genuina ragazza Nata di luna buona. In questo libro racconta per la prima volta tutta la sua vita con lo stile schietto che da sempre la contraddistingue: un viaggio dall’infanzia a oggi attraverso teneri ricordi, divertenti retroscena ed episodi inediti, impreziosito da una galleria fotografica con tanti scatti privati.