Nuove attrezzature per il Santa Maria Nuova, Iva Zanicchi testimonial alla consegna.

Nuove attrezzature per il Santa Maria Nuova, Iva Zanicchi testimonial alla consegna. FOTO

Donati macchinari per un valore di 12mila euro. I fondi raccolti dal comitato “Reggio in Salute”, attraverso il temporary store di via Emilia San Pietro

REGGIO EMILIA – una tre giorni di solidarietà ripetuta per due volte e varie donazioni collegate hanno permesso di raccogliere oltre 12mila euro da destinare alle esigenze del Santa Maria Nuova in termini di attrezzature e sostegno a varie attività.

A organizzarla sono stati il comitato “Reggio in Salute”, presieduto dal dottor Franco Ferrari, e Rita Storchi, proprietaria dei locali di via Emilia San Pietro messi generosamente a disposizione per realizzare un temporary store con vendita di articoli vari, tra cui fiori e alimenti donati e offerti da tante aziende locali.PUBBLICITÀ

La raccolta benefica, realizzata con successo grazie a un’idea del Comitato e alla collaborazione della Onlus La Melagrana, ha permesso di acquistare per il reparto di Rianimazione: un ecografo portatile del valore di oltre 4mila euro, in grado di inviare le immagini a un tablet tramite wi-fi, facile da trasportare e da sanificare e di particolare importanza per la gestione di pazienti Covid positivi; 6 kit da tre cuscini ciascuno specifici per la pronazione dei pazienti del valore di oltre 2mila euro; una lavagna da circa 900 euro.

Un assegno da 3mila euro, inoltre, sarà devoluto al reparto di Endocrinologia per il supporto alle attività dell’associazione Pietro e Giuseppe Corradini per lo studio e la cura delle malattie endocrine. La restante parte della somma raccolta è stato utilizzato per acquistare 11 televisori da 32 pollici da destinare alle stanze di degenza del reparto di Geriatria.

Il temporary store, aperto tra il 5 e il 7 marzo, ha avuto tanto successo da spingere gli organizzatori a ripetere l’esperienza nel weekend successivo, tra il 12 e il 14 marzo. “Abbiamo voluto dedicare tutto questo alla memoria di Antonio Zanicchi, il fratello di Iva di recente scomparso, una persona buona e dallo spirito nobile”, ha spiegato Rita Storchi.

La cantante, presente oggi alla consegna delle attrezzature, ha ringraziato commossa: “Torno sempre molto volentieri a Reggio Emilia, nonostante non viva qui mi sento profondamente reggiana. Iniziative come questa vanno incoraggiate e sostenute e io ci sarò ogni volta che vorrete chiamarmi. Sono commossa per il pensiero dedicato a mio fratello, una persona magnifica con la quale avevo un legame speciale, era lui l’artista della famiglia”.

Reggio Emilia, è morta Ines Costi, la sarta di Iva Zanicchi: «Era una di famiglia»

L’artista: «Con lei pizzi e merende». Famoso l’abito a sirena di Sanremo nel 1966

di Margherita Grassishadow

Ines Costi
Ines Costi

Si può vestire una voce? Sì, si può. E si diventa un tutt’uno con un successo fatto di talenti e di amiciziaInes Costi Iva Zanicchi sono state sarta e musa, ma soprattutto una famiglia. «Ines era soprattutto generosa. Essere generosi con chi non ha niente è più difficile, sa?», ci racconta l’Aquila di Ligonchio a poche ore dalla scomparsa dell’84enne artista del tessuto conosciutissima a Reggio, diventata punto di riferimento per le signore del centro negli anni ‘70 anche e soprattutto per aver vestito Iva Zanicchi in decine di occasioni, su tutte i Festival di Sanremo

Chi era

Originaria di Quattro Castella, Ines Costi si era trasferita a Reggio città e lì aveva conosciuto le tre sorelle Zanicchi, diventando un po’ la quarta del gruppo. Ha confezionato l’abito da sposa per Maria Rosa, poi per Viria, e poi l’ha fatto per Iva, diventando amica e casa per la giovanissima cantante che dalla montagna reggiana era approdata in città per tentare la fortuna. «Ero alloggiata presso uno zio, non avevo nulla, non avevo possibilità ma non volevo pesare sui miei che già stavano facendo tanti sacrifici…Se non avessi avuto lei avrei avuto tanti problemi in più…Mi ha regalato i primi vestiti per andare a cantare». Pizzi e merende. «Andavo a casa sua – racconta ancora Iva Zanicchi – Lei mi faceva gli abiti e mi diceva: tu devi solo cantare, è sufficiente. E io cantavo. La sua mamma che fette di torta che mi dava, non le dico…».

Iva Zanicchi nel 1966
Iva Zanicchi nel 1966
L’abito da sirena bianca

Poi è arrivato il 1966, la prima apparizione di Iva sul palco dell’Ariston, una folgorazione. Sia per quella voce, che cantava La notte dell’addio, sia per quell’abito. Una sirena bianca. Erano state le mani di Ines a realizzarlo. Non passò inosservato. «Antonello Falqui mi invitò a Studio Uno – racconta la cantante – Non era usuale per chi non vinceva. Ma lui mi volle e mi disse: devi venire con quel vestito».17 maggio 2021 (modifica il 17 maggio 2021 | 21:10)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il grande abbraccio di Bisceglie a Iva Zanicchi

Il grande abbraccio di Bisceglie a Iva Zanicchi

Il grande abbraccio di Bisceglie a Iva Zanicchi © BisceglieLive.it

Nel salone del Circolo Unione di Bisceglie, Iva Zanicchi ha raccontato aneddoti e curiosità sulla sua vita e sulla sua incredibile carriera. L’iniziativa è stata dell’associazione Borgo Antico.

‘Nata di luna buona’ è il suo piacevole libro, che è anche una storia della musica italiana degli ultimi 50 anni e dei suoi protagonisti di punta. È stata accolta da un grandissimo applauso dal gremitissimo pubblico. A dialogare con lei, il giornalista Luca Ciciriello.

Un trio d’eccezione ha accolto la grande artista della musica italiana Iva Zanicchi cantando sue canzoni “Zingara”, “Testarda io”, i cantanti Sokol Preka Gjergji, Paola Puce e Cindy Gjergji, accompagnati al pianoforte dal M° Angelarosa Graziani.

Iva zanicchi si racconta. la cantante sarà a valdobbiadene per presentare la sua autobiografia, “nata di buona luna”

Iva Zanicchi, oltre che amatissima interprete della canzone italiana, ha legato il suo nome a quello di personaggi celeberrimi del mondo della cultura e dello spettacolo, da Alberto Sordi a Federico Fellini, da Walter Chiari a Giuseppe Ungaretti, da Giorgio Gaber a Carlo Bo. Iva Zanicchi non ha però mai tradito le sue origini rimanendo, successo dopo successo, una persona semplice, una donna di montagna. Nata in un paesino dell’Appennino tosco-emiliano, nella sua autobiografia, fresca di stampa, racconta con schiettezza e ironia della sua infanzia, della guerra e degli esordi nel mondo dello spettacolo, svelando episodi divertenti e bizzarri, ma anche tristi: «Quando nel 1967 vinsi il Festival per la prima volta, in coppia con Claudio Villa, avrei solo voluto scappare – ricorda -. Era tragicamente morto Luigi Tenco e rimasi sconvolta dal cinismo con cui la notizia venne accolta dietro le quinte. Fui obbligata a salire sul palco e a sorridere. Riuscii solo a piangere… e non per l’emozione».

L’incontro con Iva Zanicchi, che si terrà lunedì 16 dicembre alle ore 20.45 presso l’auditorium di Palazzo Piva, è stato organizzato dall’amministrazione comunale di Valdobbiadene, con il contributo di Banca PrealpiSanbiagio, Cantina Bortolomiol, Spumanti Bortolin Angelo, Hotel Diana e Libreria Zanetti. L’evento gode inoltre del patrocinio dei comuni di Crocetta del Montello, Cornuda, Farra di Soligo, Miane, Moriago della Battaglia, Segusino, Sernaglia, Pederobba, Pieve di Soligo, Pieve di Soligo e Quero – Vas e Vidor.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.

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Il “Donne & Riso” a Iva Zanicchi al termine di un raffinato spettacolo

Vercelli – A poco meno di 24 ore dallo spettacolo che la vedrà protagonista sullo stesso palcoscenico del Civico, per la stagione di prosa comunale, “Sono nata di luna buona”, Iva Zanicchi ha ricevuto questa sera dal sindaco Andrea Corsaro e dalla presidente del’Associazione Donne & Riso Natalia Bobba la “risottiera d’argento”, ovverosia il Premio Donne & Riso 2019.

La nota cantante, conduttrice, già europarlamentare e oggi, appunto, attrice, lo ha ricevuto al termine di un bellissimo spettacolo con cui l’Associazione presieduta da Natalia Bobba ha celebrato i 40 anni di fondazione: prima presidente fu Rita Greppi, seguita da Marinette Malinverni, da Licia Vandone e oggi, appunto, da Natalia Bobba. Se l’associazione ha quarant’anni, il premio ne ha quindici: fu assegnato la prima volta nel 2004 e, tra le altre insignite, l’albo d’oro annovera Rossana Lambertucci, Elisa Isoardi, Katia Ricciarelli e Lucilla Giagnoni.

Lo spettacolo, presentato da Roberto Magnaghi, sotto la regia di Cinzia Ordine e Roberto Sbaratto, è stato davvero interessante e affascinante. Sul palcoscenico si sono avvicendati personaggi assai noti e altri meno noti, ma interessanti, come ad esempio Tiziana Monterisi, ceo di RiceHouse Srl, una start up che costruisce case con gli scarti della lavorazione del riso, oppure la pittrice e disegnatrice botanica Angela Petrini che ha creato capolavori con i suoi acquerelli ispirati al riso.

Tra i nomi più famosi, Giorgio Simonelli, che ha parlato dei 70 anni del film eponimo della terra d’acque, “Riso Amaro”, e la violinista Giulia Rimonda.

Insomma, un pomeriggio di raffinata eccellenza.