Iva in digitale

Il mese di agosto si è aperto con una enorme e graditissima sorpresa per tutti i fans, estimatori e collezionisti di Iva Zanicchi, ovvero sia con la pubblicazione completa in digitale, per la prima volta in assoluto, della sua intera produzione Ri-Fi Record sulle varie piattaforme streaming e download da parte della Peer-Southern, società che oramai da decenni detiene i diritti della suddetta, storica etichetta che chiuse i battenti all’inizio degli anni ’80, dopo la morte del proprietario Giovan Battista Ansoldi.

La Ri-Fi fu infatti la casa discografica che tenne a battesimo Iva nel lontano 1963, e con cui l’Aquila di Ligonchio incise poi tutti i suoi più grandi successi, per lo meno in ambito nazionale. Come in molti di voi sanno, la Zanicchi sposò nel 1967 Tonino Ansoldi, figlio di Giovan Battista, rimanendo così legata alla scuderia Ri-Fi sino al 1979.

In questo lungo arco di tempo furono pubblicati tutti i suoi migliori e più fortunati lavori: da “Caro Aznavour” a “Shalom”, da “Le giornate dell’amore” a “Io ti propongo”, e poi “Confessioni”, “Con la voglia di te”, “Playboy”, ed altri, la maggior parte dei quali MAI editati in digitale, se non qualcuno in delle rarissime edizioni in CD stampate oramai vent’anni fa dalla Azzurra Music e mai più apparse sul mercato.

Adesso non soltanto possiamo godere di un ottimo ascolto relativamente ai suoi più noti e raffinati lavori, che fino a qualche giorno fa circolavano unicamente attraverso file audio estrapolati in modo amatoriale dai vecchi vinili, ma abbiamo addirittura a disposizione anche ben due raccolte inedite di rarità (“Rarities 1963-1969” e “Rarities 1970-1979”), contenenti numerosi brani mai apparsi su album – ma solamente qua e là nei vari 45 giri – e soprattutto tantissimi brani che sono degli inediti assoluti!

La discografia storica di #IvaZanicchi, grande interprete della nostra canzone dalla prodigiosa timbrica vocale, costituisce un piccolo patrimonio che per troppi anni è stato ingiustamente dimenticato trascurato; auspicando anche un’imminente pubblicazione su supporto fisico di tutte queste meraviglie, non posso che invitare tutti voi buongustai ad un felice ascolto.

La Tigre e l’Aquila: Iva Zanicchi racconta Mina

iva zanicchi

Mina e Iva Zanicchi,la Tigre e l’Aquila: due rivali che si sono osservate a distanza, rispettandosi e qualche volta provando a soffiarsi l’un l’altra la canzone giusta.

Intervista di Vito Vita | Articolo tratto dallo speciale «Mina on Stage», in edicola e online.

Lei e Mina siete coetanee, entrambe del 1940, ma quando lei partecipa a Castrocaro nel 1962 Mina è già una cantante professionista da qualche anno con vari successi come Una zebra a pois, Il cielo in una stanza, Come sinfonia, Le mille bolle blu. Cosa ne pensava? Ne seguiva la carriera?

Sì, anche perché seguivo la scena della musica leggera e lei era stata un elemento nuovo rispetto alle altre cantanti come Nilla Pizzi, Carla Boni e le altre: Mina mi piaceva molto per questo ma non era la mia preferita, che in assoluto era invece Caterina Valente, un nome che dovrebbe essere ricordato di più e che secondo me era la migliore.

Dopo Castrocaro lei ottiene un contratto discografico con la Ri-Fi, con cui debutta nel 1963: nello stesso anno firma con la stessa etichetta anche Mina, quindi ha l’occasione di conoscerla di persona..

Più che di conoscerla, di vederla: Mina era già Mina, mentre io ero ancora agli inizi, avevo già inciso ma senza ancora raggiungere il successo, ero una giovane che arrivava da Castrocaro e stava cercando una canzone per fare il botto. Solo che, giustamente devo dire, essendoci Mina nella mia stessa casa discografica, quando arrivava una canzone buona la giravano a Mina, e se lei per caso non era sicura di inciderla la tenevano comunque ferma per qualche mese in attesa di una sua decisione definitiva. Non lo dico con nessuna intenzione di critica, intendiamoci, a volte mi mettono in bocca cose su Mina che non ho mai detto, o forse sono io che non so dire bene le cose, ma secondo me era giusto così perché lei era l’artista di punta.

A lei è successo di scartare una canzone che poi è arrivata a Mina? Oppure viceversa che le arrivasse un brano che Mina aveva scartato?

Sì, certamente, credo che se chiede a ogni mia collega avrà da raccontare una storia di questo tipo. Io nel 1969 ho vinto Sanremo con Zingara e quindi dovevo andare all’Eurofestival, tutti ci vanno con la canzone con cui vincono e se fossi andata con Zingara, che era una bella canzone d’impatto, avrei stravinto anche lì.

Invece la Ri-Fi fece un errore gravissimo e mi fece preparare un nuovo brano, così io feci questa Due grosse lacrime bianche, scritta dal maestro Piero Soffici con le parole di Alberto Testa, in genere bravissimo ma che in questo caso ha cannato – non puoi intitolare una canzone in questo modo, Due grosse lacrime bianche.

Comunque, mentre stiamo andando avanti in questo lavoro, un giorno Piero Soffici arriva e mi fa, “Iva, buttiamo via tutto: mio figlio ha scritto una canzone nuova che è bellissima, facciamo questa all’Eurofestival”, si siede al pianoforte e me la fa sentire, con questi “No… no… no…” ripetuti all’inizio, non mi piace e gli faccio, “Ma figurati, neanche morta la canto!”. Il Maestro mi fa: “Guarda che se non la incidi mio figlio la porta allo staff di Mina, alla PDU”, e io gli rispondo, “Sì, portala da Mina e vedrai come la canta”, ironicamente, perché pensavo che Mina l’avrebbe rifiutata di sicuro. Bene, la canzone era Non credere e divenne il successo dell’estate di Mina, ancora oggi è ricordata ed era, oggettivamente, un bel brano.

Ma ne ho anche un’altra, forse ancora di qualche anno prima, anzi sicuramente perché ero agli inizi. Mio suocero questa volta torna dal Libano, dove era proprietario di un’altra società di edizioni musicali, e di una casa discografica in società con due libanesi, e si porta una canzone francese, dicendo che vuole lanciarla in italiano.

Io la sento e gli dico che è un bel brano e che mi piacerebbe inciderla, ma mi risponde che l’aveva già fatta sentire al maestro Vittorio Buffoli, che l’aveva fermata per Mina. Il testo in italiano lo aveva fatto Alberto Testa, io questa volta invece di accendere il cero a santa Rita lo accesi a sant’Antonio ma niente, neanche lui ci riuscì. E così la canzone la incise Mina, facendone un successo: era Un anno d’amore.

Le volevo proprio chiedere di questa canzone, perché lei l’ha incisa nel 1987 nel suo album CARE COLLEGHE, in cui canta varie canzoni del repertorio di alcune sue colleghe, come Fotoromanza della Nannini, Dicono di me di Milva, Pazza idea di Patty Pravo e, appunto, Un anno d’amore di Mina…

Lo ha capito no, il perché ho scelto proprio questa canzone e non un’altra? E pensi che non gliel’ho ancora raccontata tutta. Mina non voleva farla e disse a mio suocero, “Questa canzone è una cagata, la faccio solo per farti un favore”. Comunque, al di là di questi episodi, io Mina artisticamente la amo perché è la cantante che ha più musicalità, al di là della voce. Anche altri hanno la voce, anche la Zanicchi ha la voce, magari anche più bella, ma Mina ha una musicalità che, almeno in Italia, non ha nessun altro. La sua voce è uno strumento che si adatta a tutto, per esempio potrebbe cantare jazz senza problemi.

Negli anni successivi al ritiro di Mina dall’attività dal vivo e televisiva, dedicandosi soltanto alle incisioni discografiche, ha più avuto modo di rivederla?

No: io ho una mia teoria sulla sparizione. Magari è solo un’idea… ma mi sono basata su alcune cose che ho sentito. Nel 1972 lei aveva preparato uno spettacolo magnifico, con tutta l’orchestra diretta dal maestro Gianni Ferrio che aveva arrangiato i pezzi in maniera splendida, tutto ben curato, musicisti bravissimi, direi un recital di alto livello, mondiale intendo. Purtroppo io, che ho visto molte volte Mina dal vivo, quella volta non riuscii ad andare, ma mi hanno raccontato che mentre lei cantava queste cose del suo repertorio, c’erano anche brani inediti, il pubblico dall’inizio alla fine urlava, coprendo quasi quelle sonorità così raffinate. La Bussola era gremitissima, c’erano le persone fin sotto il palco, e gli urli erano così forti che lei non poteva quasi cantare, e si è incazzata e non poco. “Ma come, sono qua, sto facendo pezzi straordinari, musicalmente sublimi, e tu stai lì a urlare come una gallina “Mina, Mina…”? Ma va a…”.

Deve essere andata così, so che si era indispettita per questo fatto. A quel punto una freccia dell’arco è stata anche quella, oltre ad altre naturalmente. Dal punto di vista personale invece non ho avuto più rapporti personali, prima la incontravo per esempio a manifestazioni come la Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia, dopo non più. Poi c’è anche stato qualcuno, qualche suo collega giornalista, che ha riportato cose che io avrei detto su Mina ma che invece non ho mai detto, cattiverie gratuite per cui so che si è risentita: ma in realtà io l’ammiro moltissimo.

Lesmo, Iva Zanicchi lancia il nuovo singolo: «E in autunno il disco con 8 inediti scritto con Malgioglio»

Si intitola “Amore mio malgrado”, l’artista 81enne annuncia anche il nuovo lp con influenze arabe: «Quando canto provo una gioia immensa» dice. Intanto prosegue anche la sua esperienza da opinionista fissa all’Isola dei Famosi.

Iva Zanicchi torna al suo grande amore ovvero la musica. L’Aquila di Ligonchio, ma lesmese di adozione, ha appena pubblicato un nuovo singolo, “Amore mio malgrado”. «È innegabile, quando canto provo una gioia immensa e quando sono in sala di incisione sono felice – ha detto l’artista-. Il video di questa nuova canzone l’ho girato in un teatro di Piacenza ma sono fiduciosa che si possa tornare a breve a cantare dal vivo».

Intanto, “Amore mio malgrado” anticipa l’uscita autunnale del nuovo disco della Zanicchi, scritto con Cristiano Malgioglio con anche delle influenze arabe. «La musica araba mi fa impazzire e abbiamo deciso di lasciare anche qualche frase in lingua araba in uno dei brani. Col nuovo disco, di cui sveleremo più avanti il titolo, usciranno 8 canzoni nuove. Inoltre farò due serate musicali su Canale Cinque» ha concluso la cantante.

Un calendario fitto di impegni per la lesmese che ha da poco tagliato il traguardo delle 81 primavere ed è anche opinionista fissa all’Isola dei Famosi, la trasmissione televisiva condotta da Ilary Blasi. Tra l’altro la sua carriera musicale va avanti dal lontano 1960 .

Iva Zanicchi: «Adesso canto l’amore con suoni moderni»

L’aquila di Ligonchio sta per tornare. Iva Zanicchi, una delle signore della musica italiana, ha rilasciato un nuovo singolo, “Amore mio malgrado”, che anticipa un nuovo e atteso album di inediti per l’autunno. Il disco che sta per arrivare sarà quello del grande ritorno di Iva Zanicchi. Uscirà tra settembre ed ottobre, in concomitanza con due puntate musicali incentrate su di me per Canale 5. «Il disco nasce da una mia esigenza, da anni non canto e la gente dice “ti vediamo sempre in televisione, fai sempre l’opinionista”, cosa che detesto perché non voglio opinare su niente. Al momento sto per andare in sala d’incisione a registrare una canzone, pensi lei, araba, con testo in italiano di Cristiano Malgioglio».

Iva Zanicchi, ad anticipare il disco c’è questo nuovo singolo…
Gli autori di “Amore mio malgrado” non sono celebri, ma ben vengano gli autori giovani. Tra le firme c’è infatti un giovanissimo fisarmonicista, Giuseppe Santamaria, un nome che è tutto un programma (ride, ndr). L’arrangiamento è del maestro Andrea Pennino. Vede, a volte i brani succedono e basta.

Ci sono anche sonorità contemporanee…
Sì, infatti la stanno trasmettendo in radio. È così che deve essere secondo me, specialmente in caso di artisti che non hanno più 20 anni. Prendere delle melodie belle e vestirle con suoni moderni e attuali. Se poi le tue canzoni vengono trasmesse in radio, e la gente le ascolta, è bello. Sono piena d’entusiasmo.

Si sente!
La gioia che provo cantando non la provo facendo nessun altro lavoro.

Nelle scorse settimane ci ha lasciato una grande della nostra musica, Milva…
L’ho sempre stimata. Anni fa feci un programma che si chiamava “Ed io tra di voi”. Lei si trovava in Germania e le dissi: “Trovi tutte le scuse per non venire”. Lei: “No! Sei sciocca, tra una settimana sarò lì”. Venne e fu bravissima come sempre. Ho un altro ricordo che mi lega a lei, risalente a quando sono stata ricoverata in ospedale per il Covid.

A novembre…
Mi mandò un messaggio e l’avevo scambiata per un’amica sua omonima, poi me ne mandò un altro e ho capito fosse lei. Ho chiamato e c’era la sua assistente, la signora Edith. Cercò di passarmela al telefono ma era molto affaticata.

Ha voluto sottolineare come negli ultimi anni fosse stata dimenticata…
Sono stata ripresa per questo, ma sono abituata a dire quello che penso. Negli ultimi anni non hanno mai dedicato a Milva degli special come la Rai spesso fa. Adesso le hanno tributato tutto, ma ormai non c’è più. Mi ricorda un’altra artista che in vita è stata osteggiata, dalla stampa ma anche dalle televisioni. Mia Martini, mai osannata prima, poi quando è morta è diventata la grande artista che è. Bisognerebbe riconoscerlo prima.

C’è stato l’Eurovision Song Contest, dove lei partecipò nel 1969 con “Due grosse lacrime bianche”…
Si svolgeva a Madrid, allora in Spagna andavo spesso a fare tournée ed ero accolta molto bene. Ricordo un po’ di egoismo da parte della casa discografica perché avevo vinto Sanremo con “Zingara”, quindi perché dopo venti giorni mi fai cantare all’Eurofestival una canzone sì, carina, però non “Zingara”, che è stato poi un successo? Però è un ricordo molto bello, c’erano tanti artisti che venivano da tutta Europa. Una manifestazione che in Italia non ha avuto tanto peso, ma in altri Paesi è un festival importantissimo. Se ti affermi lì hai le porte aperte in Europa e non è male.

Spesso lei non perde occasione per venire a fare un saluto a Salerno e alla sua provincia…
Considero Salerno una città straordinaria. È pulita, bella, con un’università importante. Quando ci sono stata sono rimasta molto colpita. Mio marito ne è molto entusiasta e io pure. Si mangia da Dio e la gente è cordiale. Speriamo che questa pandemia non ci faccia incattivire.

Sarebbe bello se dopo questa pandemia raggiungesse di nuovo questo territorio, magari per presentare il nuovo disco…
Avevamo preparato uno spettacolo il cui titolo è tratto dal mio ultimo libro, “Nata di luna buona”. Era previsto un bel giro poi interrotto dalla pandemia. Riprenderemo. Oltre questo disco in uscita sto scrivendo anche il mio quarto libro. Quando ero ricoverata in ospedale mi ha aiutato tanto scrivere. Mi sto divertendo e il motto resta sempre lo stesso: mai demordere.

Andrea Picariello

Franco Battiato, Iva Zanicchi ricorda il Maestro nel giorno della sua morte: “Ho un unico rammarico”

Iva Zanicchi ricorda Franco Battiato e rivela il suo più grande rammarico dopo la morte del Maestro, genio indiscusso delle note e delle parole. La cantante affida al suo Instagram un videomessaggio carico di commozione per la scomparsa dell’artista.Bonus zanzarierehttps://imasdk.googleapis.com/js/core/bridge3.460.0_en.html#goog_1889366249PauseUnmuteCurrent Time 0:12/Duration 0:30Loaded: 100.00% FullscreenChiudiAudioRIATTIVA L’AUDIO

Franco Battiato: il messaggio commosso di Iva Zanicchi

La morte di Franco Battiato ha sconvolto il mondo della musica, e tra le tante voci famose che lo ricordano nel giorno della sua scomparsa c’è anche quella di Iva Zanicchi.

La cantante ha voluto rivolgere un tenero pensiero al cantautore attraverso un video pubblicato sul suo profilo Instagram, in cui ricalca la straordinaria caratura dell’artista siciliano.

“Voglio ricordare Franco Battiato, un uomo grande, grandissimo, ha scritto canzoni meravigliose, un grande artista”, ha dichiarato Iva Zanicchi via social.

Iva Zanicchi ricorda Franco Battiato: “Ho un unico rammarico“

Nel corso del videomessaggio pubblicato su Instagram, Iva Zanicchi ha rivelato anche qualcosa che non tutti sapevano: “Io ho un unico rammarico di non averlo mai incontrato, di non avere mai incontrato la sua musica“.

Iva Zanicchi dipinge come un grande dispiacere il non aver mai incrociato la sua strada con quella del Maestro, scomparso all’età di 76 anni dopo una lunga malattia che lo ha tenuto lontano dalle scene fin dal 2017.

“Grande stima di un grandissimo cantautore che se ne va“, ha aggiunto la cantante, che ha poi sottolineato l’entità della perdita che oggi, con la sua morte, ha reso la cultura italiana orfana di un immenso autore: “Mi dispiace tantissimo, quando muore qualcuno così di talento, davvero, lascia un vuoto grande, ciao, ciao grande artista“.